venerdì, 14 Febbraio 2025
Kevin Spacey si difende nel suo processo: “Mio padre era un neonazi”
Il processo a Kevin Spacey, accusato di molestie dall’attore Anthony Rapp, è in corso a New York, e l’attore è da poco salito sul banco dei testimoni per difendere la propria visione dei fatti. Spacey ha negato di aver molestato o essersi comportato in maniera inappropriata con Rapp, che aveva 14 anni all’epoca dei fatti contestati (avvenuti nel 1986). Spacey ha inoltre negato le simili accuse di Andre Holzman, risalenti allo stesso periodo.
Durante la sua testimonianza, Kevin Spacey – evidentemente seguendo una tattica decisa dai suoi legali – ha scelto di raccontare un episodio della sua vita di cui non aveva mai parlato prima, descrivendo il padre come un “suprematista bianco e un neonazista”, e parlando delle “ore e ore” durante le quali era costretto ad ascoltare i discorsi razzisti e violenti del genitore. “Non ho mai parlato di queste cose pubblicamente. Mai”, ha rivelato l’attore. Aggiungendo: “Mi padre era solito urlarmi contro all’idea che potessi essere gay”.
Oggi, naturalmente, Kevin Spacey è gay dichiarato, anche se il suo coming out fa parte in un certo senso della controversia. Spacey è stato infatti criticato per aver fatto coming out in risposta alle accuse di Anthony Rapp, quasi a voler sviare il discorso.
Jay Barrow, avvocato di Kevin Spacey, è riuscito comunque a convincere il giudice Lewis A. Kaplan a rigettare il capo d’accusa di “inflizione intenzionale di stress emotivo”. Ciò significa che, qualora Spacey dovesse essere condannato a pagare i danni, la cifra dovrà essere riveduta al ribasso.
Fonte: Deadline
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