domenica, 10 Novembre 2024
Khaby Lame, gli hater sono i primi fan
(ANSA) – GIFFONI VALLE PIANA, 23 LUG – Alla fine “gli
hater sono i fan numero uno, ti seguono più di tutti, fanno
subito le critiche se per loro qualcosa non va, chi c’è meglio
di loro”. E’ una delle risposte con le quali il 21enne Khaby
Lame, senegalese arrivato con la famiglia in Italia quando aveva
un anno, cresciuto a Chivasso, diventato in poco più di un anno
un fenomeno mondiale del web (è il secondo Tiktoker più popolare
al mondo, con oltre 90 milioni di follower), dimostra humour e
intelligenza, rispondendo ai giornalisti nella sua prima visita
al Giffoni film Festival dove ha incontrato i giovani giurati.
Proprio a inizio pandemia un anno e mezzo fa, Khaby, che
aveva da poco perso il lavoro, ha deciso di iniziare a postare
brevi divertenti video muti che hanno subito conquistato gli
internauti: “Mi è venuto istintivo, c’è alla base solo una
grande passione per il cinema che ho fin da bambino. Ho deciso
di non parlare proprio per poter comunicare con tutti”. La sua
fulminea popolarità è stata recentemente raccontata anche da un
profilo sul New York Times, ma lui tiene i piedi per terra: “E’
una cosa che mi ha riempito il cuore, mai avrei pensato di
arrivare a testate come quella”. E’ nato, tutto per gioco, ” nei
mesi di pandemia, quando chiusi in casa c’era solo da giocare
con i videogiochi… mai avrei pensato di avere così tanti
follower”. Khaby nelle interviste o in alcuni video ha
affrontato anche temi come il razzismo, il Black Lives Matter e
il non avere la cittadinanza italiana ma a Giffoni, almeno con i
giornalisti, preferisce restare sul lato più leggero del suo
successo: “Sto facendo quello che mi piace, sto creando il mio
sogno, e un sogno non spaventa mai. La crescita è stata veloce,
ma non mi sono montato la testa, spero di rimanere la stessa
persona”. Dopo aver fatto tanti lavori, da quello in fabbrica ad
addetto per Amazon, “in cui non mi sentivo me stesso”, ora “voglio studiare inglese” e poi mi piacerebbe entrare nel cinema “ma so che ci vuole tanta preparazione”. (ANSA).