giovedì, 9 Gennaio 2025
La biopsia liquida è utile per l’accesso alle nuove terapie per il tumore al seno
Le donne colpite da carcinoma mammario metastatico dovrebbero essere sottoposte a biopsia liquida, esame in grado di scoprire alcune mutazioni del Dna di un tumore da cui verificare l’efficacia di alcune terapie innovative, e vanno identificati subito i laboratori per l’esecuzione del test nell’ambito della Rete oncologica regionale. È quanto stabilito da un panel di esperti che hanno partecipato al Tavolo multidisciplinare laziale del progetto ‘Biopsia liquida nel carcinoma della mammella metastatico Er+ / Her2’, che vuole indicare raccomandazioni verso l’applicazione, nei sistemi sanitari regionali, dei nuovi esami per la personalizzazione delle cure anticancro.
“Per il tumore del seno oltre il 70% dei casi è positivo ai recettori ormonali e negativo per il recettore Her2, e tra questi alcuni carcinomi sviluppano la mutazione Esr1”, spiega Paolo Marchetti, direttore scientifico Idi-Irccs. “Questa mutazione può rispondere positivamente ad elacestrant, degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (Serd), in grado di migliorare la sopravvivenza libera da progressione.
Presenta scarsa tossicità e può migliorare la qualità della vita del paziente, anche ritardando il ricorso alla chemioterapia, ed è una terapia orale, ‘maneggevole’ sia per i professionisti sia per le pazienti”.
“L’eventuale somministrazione della cura dipende dalla biopsia liquida”, afferma Giuseppe Perrone, direttore Uoc Anatomia patologica Policlinico Campus Biomedico. “Il test evidenzia la presenza di mutazioni a carico del gene Esr1 che conferiscono resistenza alle terapie finora utilizzate nei tumori Er+ Her2- e identifica le pazienti che potrebbero rispondere a questa nuova terapia”. Per la paziente, dice, “è un semplice prelievo del sangue, ma l’analisi diagnostica deve essere effettuata da Anatomie patologiche e/o Servizi diagnostici con esperienza specifica e capacità tecnologica adeguata, che la Regione dovrà definire”.
“Ad oggi la Regione non ha ancora identificato un modello organizzativo per lo svolgimento della biopsia liquida nel tumore metastatico”, conclude Sara Farchi, rappresentante della Regione Lazio. “La revisione del Pdta, che comprenderà anche la gestione della fase metastatica, dovrà essere lo strumento di programmazione di tale attività in accordo con la normativa vigente”.
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