La Corea del Nord contro l’Onu e Washington

Il ministro degli esteri della Corea del Nord Choe Son Hui ha definito il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres “un burattino degli Stati Uniti” per essersi unito alla condanna, partita da Washington, del recente test missilistico balistico intercontinentale lanciato la scorsa settimana. Di fatto venerdì scorso Antonio Guterres aveva rilasciato una dichiarazione nella quale condannava fermamente il lancio ribadendo il suo invito a “desistere immediatamente dall’intraprendere ulteriori azioni provocatorie”. La risposta di Choe Son Hui è stata lapidaria: “Spesso scambio il segretario generale delle Nazioni Unite per un membro della Casa Bianca o del suo Dipartimento di Stato”, ha dichiarato il ministro nordcoreano in una dichiarazione diffusa dai media statali, precisando “esprimo il mio forte rammarico per il fatto che il segretario generale dell’Onu abbia assunto un atteggiamento deplorevole, ignaro dello scopo e dei principi della Carta delle Nazioni Unite e della sua missione propria che è quella di mantenere l’imparzialità, l’obiettività e l’equità in tutte le questioni”. Choe ha accusato Guterres anche di trascurare il fatto che gli Stati Uniti e i suoi alleati abbiano portato la vicenda del collaudo del missile balistico all’attenzione del Consiglio di sicurezza, dicendo: “Questo dimostra chiaramente che è un burattino degli Stati Uniti”. Nella mattina del 21 novembre l’Onu ha convocato una riunione di emergenza sul lancio del missile Hwasong-17 su richiesta del Giappone; tuttavia, dall’incontro non è risultato chiaro se si possano imporre nuove sanzioni economiche alla Corea del Nord perché Cina e Russia, due dei membri del Consiglio che esercitano il veto, si sono sempre opposte alle precedenti mosse degli alleati per inasprire le sanzioni contro Pyongyang per i suoi test sui missili balistici, lanci che sono divenuti più frequenti dall’inizio di quest’anno, e già vietati dall’Onu.

North Korea’s leader oversees latest missile test youtu.be

Domenica 20 novembre una dichiarazione dei ministri degli Esteri di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti ha chiesto: “Le azioni della Corea del Nord richiedono una risposta unita e forte da parte della comunità internazionale, compresa la necessità di ulteriori misure significative da adottare da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. La Corea del Nord ha invece affermato che le sue attività di collaudo missilistico sono un monito per gli Stati Uniti e la Corea del Sud, colpevoli di effettuare esercitazioni militari che per Pyongyang sono vere e proprie prove di invasione.

Dal canto loro, Washington e Seoul hanno invece affermato che le esercitazioni effettuate erano di natura difensiva e che la Corea del Nord non ha di che temere. Ma nella sua dichiarazione di lunedì, Choe ha nuovamente difeso i test missilistici del suo paese definendoli un “legittimo e giusto esercizio del diritto all’autodifesa” contro le “provocatorie prove di guerra nucleare” da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, e che è “sorprendente e deplorevole che Guterres incolpi la Corea del Nord e non gli Usa per una recente riacutizzazione delle tensioni nella penisola coreana. Forse dimenticando che un giorno prima del test missilistico del suo paese, lo stesso Choe aveva minacciato di lanciare risposte militari “più feroci” ai passi fatti dagli Stati Uniti per rafforzare il loro impegno di sicurezza nei confronti della Corea del Sud e del Giappone.

Leggi su panorama.it