La Delega Fiscale mette in crisi la maggioranza

Delega fiscale bloccata, commissione Finanze alla Camera finita in rissa e il testo del compromesso redatto dal governo definito non soddisfacente dal centrodestra. Questi sono i presupposti che hanno fatto sospendere le riunioni di oggi, di settimana prossima e che stanno mettendo il governo Draghi sotto pressione.

Nella nottata di ieri in commissione Finanze alla Camera i toni della discussioni si sono talmenti alzati da far volare, campanella del presidente di commissione, microfoni e fascicoli di lavoro. La seduta è stata sospesa e in un primo momento era stata aggiornata a questa mattina, ma capendo che non c’erano le condizioni politiche per mandare avanti la discussione si sono sospese le diverse riunioni in commissione Finanze alla Camera. Resta però ancora confermata la data del 19 aprile per l’arrivo della delega fiscale in Aula. Tecnica è infatti possibile che il testo arrivi in Parlamento anche senza l’ok della commissione Finanze e dunque senza relatore, ma l’opzione, fanno sapere dalla commissione, non è al momento tra le ipotesi contemplate. “Io ho annullato le convocazioni della commissioni. Le mediazioni le abbiamo fatte fino ad ora; ora devono essere fatte da altri: ho rimesso la cosa a Palazzo Chigi”, dichiara il presidente della commissione Finanze della Camera Luigi Marattin dopo le tensioni di ieri in commissione sulla delega fiscale. “La scelta di porre la fiducia? Compete al governo. La porta resta aperta, se c’e’ da fare un’ulteriore mediazione, la sesta, io sono qui, purchè si parli di cose che hanno senso”, conclude. Mediazione che sta cercando anche il centrodestra. La Lega e gli altri partiti della destra di governo hanno infatti intenzione di chiedere un incontro al presidente del Consiglio, Mario Draghi, con l’obiettivo di evitare aumenti di tasse su casa, affitti e risparmi. Il centrodestra ha posto il tema ed è evidente che una soluzione vada trovata. Troviamo soluzioni per tutto, troviamola anche per la delega fiscale”, dichiara Massimiliano Romeo della Lega. Sulla stessa lunghezza d’onda del Carroccio anche Forza Italia che in una nota sottolinea come si considera “dirimente l’impegno preso dal governo a non aumentare le tasse sulla casa come sui risparmi. Non sosterremo mai alcun provvedimento che, nel paese del risparmio immobiliare, puo’ colpire le famiglie, già provate da due anni di pandemia, dai rialzi del prezzo di energia e materie prime che avranno come effetto un pesante ridimensionamento delle previsioni di crescita”.

Dall’altra parte della barricata c’è invece la sinistra con Pd e M5S che reputano inconcepibile l’atteggiamento della destra. Vita Martinciglio, capogruppo alla Camera del M5S ha infatti spiegato che al momento non ci sono le condizioni per proseguire la discussione. La maggioranza si è spaccata, come è successo per il voto sul catasto, in due parti, ma questa volta si è deciso di non proseguire per non pregiudicare l’esito dei lavori futuri della delega fiscale, sottolinea Martinciglio. “Per proseguire credo che la discussione si debba spostare a un livello superiore” . Il capogruppo alla Camera del M5S ritiene dunque che i partiti di centrodestra del governo devono fare chiarezza e dire se sono ancora dentro questa maggioranza oppure se non si riconoscono più con questo esecutivo. Aggiungendo poi che lo strumento della fiducia è sicuramente sul tavolo delle opzioni. Il Pd definisce la Lega e gli altri partiti di centrodestra alla ricerca di bandiere propagandistiche dato che “sanno bene che nella delega fiscale non c’e’ alcun aumento delle tasse per gli italiani. Abbiamo chiesto loro maggiore responsabilità in momenti tanto delicati per il Paese e sul fronte internazionale dove è in gioco la nostra credibilià. E’ inaccettabile che, per nascondere le loro divisioni interne in vista delle amministrative, mettano a rischio il governo”. Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera.

E mentre al governo si litiga, si urla e si lanciano microfoni domani Confedelizia scenderà in piazza in diverse città d’Italia per spiegare che cosa prevede il “famigerato articolo 6 (revisione del catasto) del disegno di legge delega per la riforma fiscale, perché è pericoloso, quali partiti lo osteggiano, quali lo sostengono, quali propongono una soluzione di compromesso (ad esempio, approvare il comma 1 che garantisce, tra l’altro, la mappatura ed il censimento degli immobili fantasma, ma non il comma 2, con il nuovo catasto patrimoniale)”.

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