La missione del Papa fra i temi di ‘Tulipani di seta nera’

Il messaggio portato avanti da Papa
Francesco, incentrato sull’occuparsi dei più fragili e delle
persone e delle persone che hanno bisogno dell’aiuto concreto
della politica e della società civile, è fra i temi protagonisti
nella 18/a edizione del Festival della cinematografia sociale
Tulipani Seta Nera, in programma dall’8 al 11 maggio al The
Space Cinema Moderno di Roma.
    La rassegna “quest’anno punta a rimettere al centro della
narrazione l’essere umano, le diversità, la fragilità e
l’unicità delle persone e dei luoghi – spiegano gli
organizzatori -. Dall’attenzione agli ultimi, come lascito
ideale di Papa Francesco, ai titoli selezionati, provenienti dai
quattro angoli del mondo, con tematiche come legalità,
integrazione, disagio giovanile, violenza di genere, sicurezza
sul lavoro e sostenibilità”. Si sono iscritte al concorso 500
titoli iscritti al concorso nelle 4 sezioni, di cui 300
cortometraggi (direttore artistico Paola Tassone e presidente di
Giuria Giovanni Veronesi ), 70 documentari, 80 SocialClip e 50
digital serie, provenienti da tutta Italia e dal resto del
mondo, tra cui Cina, Russia, USA, Argentina, Iran, Israele. Tra
gli interpreti delle varie produzioni Claudio Amendola, Antonio
Catania, Anna Ferzetti, Massimiliano Vado, Ettore Bassi, Lorenzo
Flaherty, Luca Ward, Franco Oppini e Pietro De Silva.
    Il presidente del Festival Diego Righini invierà, della
selezione (la parte competitiva è votabile online), le 50 opere
in programma al The Space Cinema anche “ai 135 Cardinali
elettori, che si riuniranno in Conclave” annuncia. “Papa
Francesco ha chiesto la pace, di mettere fine alla guerra, ha
parlato del mercato delle armi, ha usato l’espressione di
infantilismo bellico” osserva Lorena Bianchetti, che condurrà
l’11 maggio la premiazione (tra i protagonisti anche la fiction
Rai Mare Fuori come miglior serie tv) poi in onda l’8 luglio in
seconda serata su Rai 2 . ” Noi dobbiamo recuperare il silenzio
che ci permette di ascoltare l’altro e di accogliere l’altro –
aggiunge – Questo festival è un appuntamento significativo per
accendere i riflettori su quella che da parte della società
viene chiamata fragilità e che a mio avviso invece è
autenticità”.
   

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