lunedì, 25 Novembre 2024
La reputazione di Elon Musk e il futuro di Twitter
«Dovrei dimettermi da capo di Twitter?» Il cinguettio pubblicato alla mezzanotte del 19 dicembre da Elon Musk ha attirato l’attenzione di tutti. Con oltre 17 milioni di voti, il 57,5% degli utenti della piattaforma ha optato per il sì.
Musk, che in passato aveva dichiarato di attenersi a una sola regola di vita – Vox populi, vox dei – si trova in un momento molto complicato con il calo delle azioni di Tesla (-52% dall’inizio dell’anno) e le lotte interne al social media recentemente acquistato. Appare allora ironico come i titoli della sua azienda di auto elettriche siano saliti del 2% proprio a ridosso della pubblicazione del sondaggio che dovrebbe vederlo dimettersi da CEO di Twitter nei prossimi giorni.
Quali saranno le prossime mosse dell’uomo più ricco al mondo? Difficile dirlo, quello che è certo è che Elon Musk è il personaggio più citato tra i big del mondo tech, molto più del rivale Mark Zuckerberg. Secondo un’analisi di Reputation Science, se si considerano le conversazioni online dell’ultimo trimestre, Musk ha capitalizzato il 92% delle citazioni di Big Tech, lasciando al fondatore di Meta solo il 3,5%. Ancora più lontani Jeff Bezos e Tim Cook, con il 2% ciascuno.
Reputation Science, società leader nell’analisi, costruzione e gestione della reputazione online, ha inoltre raccontato come nell’ultimo mese – tra fine ottobre e fine novembre 2022 – i contenuti online in inglese sull’imprenditore sono stati quasi 25 milioni. Un dato che ben esprime l’attenzione che è stato in grado di generare con l’acquisizione del social. La lingua spagnola e quella portoghese raccolgono rispettivamente il 3% e il 2%, mentre francese, tedesco e italiano rappresentano circa l’1% del conversato online globale.
I picchi di attenzione degli utenti italiani si sono concentrati nelle giornate di maggior “agitazione” nella vita di Twitter. Osservando il trend delle conversazioni, salta all’occhio come il primo boom di attenzione corrisponda al 28 ottobre, giornata nella quale il patron di Tesla ha perfezionato l’acquisto del social network per 44 miliardi di dollari. Un evento che lo stesso Musk ha festeggiato con un tweet da 2,4 milioni di like e 400.000 retweet: «The bird is freed», ha scritto.
In quella giornata, il post che lo cita in italiano con maggior engagement è un video TikTok del leader della Lega Matteo Salvini: «Elon Musk si compra Twitter e licenzia i vertici, poi entra nella sede con un lavandino in mano: “L’uccellino è stato liberato, fatevene una ragione”. Buona notizia per la rete, per la Democrazia e la libertà. Lo adoro» ha scritto il vice premier, ottenendo 21.000 reazioni.
Nei giorni seguenti l’attenzione degli utenti si è poi focalizzata su due temi ad alta carica emotiva: il reintegro degli account bannati (primo tra tutti, l’ex Presidente Usa Donald Trump) e i primi licenziamenti decisi da Musk. La diatriba sulla “spunta blu”, prima resa a pagamento e poi sospesa per evitare la diffusione di account certificati ma fake, ha tenuto banco nelle settimane successive, tanto da spingere alcune star ad abbandonare il social. Fino a quando, il 18 novembre, in TT è apparso l’hashtag #RIPTwitter: conseguenza delle dimissioni di massa annunciate dai dipendenti in disaccordo con la nuova linea decisa dal nuovo CEO.
Reputation Science ha quindi analizzato le 200.000 conversazioni su Elon Musk dell’ultimo mese, per sondare il sentiment della Rete nei confronti del nuovo capo di Twitter. Un commento su quattro (24%) è negativo: tra le critiche più aspre, compaiono i commenti riferiti al licenziamento dei dipendenti. Le positività si fermano al 18% e hanno a che fare principalmente con altre attività imprenditoriali di Musk, come ad esempio il lancio dui Artemis 1 nello spazio. La fetta più ampia di conversazioni è ascrivibile a un sentiment neutro (58%): al suo interno confluiscono articoli, commenti dalla bassa carica emotiva e tweet di utenti che non si sbilanciano né in positivo né in negativo. Il dato denota una grande capacità di generare alti livelli di buzz intorno alla propria figura che spesso, tuttavia, non portano alcun vantaggio reputazionale.
Che Elon Musk si aspettasse il risultato negativo del suo sondaggio e sia tutto frutto dell’ennesima mossa di marketing del Tycoon? Possiamo solo aspettare la sua prossima mossa.