La sologamia: vuoi sposare te stesso? Si, lo voglio!

A questa possibilità si è arrivati grazie alla creazione dell’istituto della sologamia. È intuitivo pensare che si differenzi, ad esempio, dalla monogamia o dalla bigamia: la sologamia prevede la presenza di una sola persona, cioè, noi stessi. Ci si unisce dunque in matrimonio alla propria persona, l’unione viene celebrata con una vera cerimonia e il tutto è accompagnato da un certificato di matrimonio. Facile no?

Resta però aperto qualche dubbio: come funziona, o forse, come dovrebbe funzionare? Ci si chiede: “Mi vuoi sposare?” o “Mi voglio sposare?” La cosa non è del tutto chiara… Alla domanda “Vuoi esserti fedele per sempre?” bisogna anche valutare se si intende intraprendere una relazione aperta. E in tal caso, come ci si regola? Insomma, sorgono molte domande da porre al sologamo, e bisogna anche riflettere sulla routine di coppia, per quanto si tratti di una coppia… con sé stessi.

Si può immaginare che a cena, apparecchiando la tavola, bastino un solo bicchiere e un solo piatto. Per guardare la televisione, un plaid è sufficiente. In bagno, basta un solo accappatoio, e anche il bagno può essere uno solo. Tutto è singolo: spazzolino, phon, conditioner per i capelli… d’altronde, il sologamo è uno, per definizione.

Ci si dà la buonanotte da soli e, la mattina, che gioia: non si deve parlare con nessuno appena svegli.

Tuttavia, anche il migliore dei matrimoni può attraversare momenti di crisi: può venire meno il dialogo a un certo punto, o si possono avere obiettivi diversi, pur trattandosi della stessa persona. Così, anche nella sologamia è prevista la possibilità di divorziare. Lo testimonia l’esperienza di Cris Galera, che, dopo aver indossato un bellissimo abito bianco per sposarsi con sé stessa, ha poi deciso di divorziare quando non si è più trovata in accordo con sé stessa. Cose che capitano.

Ad ogni modo, sposarsi con sé stessi è piuttosto semplice: esiste un sito ufficiale dove è possibile accedere, compilare il modulo con i propri dati, e ricevere persino un certificato di matrimonio digitale. Insomma, evviva gli sposi! O lo sposo unipersonale! O chiunque si ami davvero.

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