La sportività scomposta dei «sinistri»

Diciamo la verità. La sportività non è cosa da tutti. Comporta una enorme dose di rispetto per l’avversario e per la competizione con la quale ci si confronta. Abbiamo ancora tutti negli occhi le lacrime di Roger Federer nel giorno del suo addio al tennis e soprattutto di Rafa Nadal, che prima a giocato in doppio a fianco a lui, l’ultimo match e poi con lui ha pianto a dirotto, tenendosi la mano in un’immagine che è già entrata nella storia dello sport.

Purtroppo lo stesso non si può dire di una parte del mondo della sinistra. Sui social è stato per tutta la campagna elettorale un pullulare di gente che si diceva pronta ad emigrare in caso di successo della Meloni (e ieri, in tutta risposta, tra i trend di twitter c’era VATTENE). Ma ci sono state punte di saggezza e sportività che meritano di essere raccontate, e che guarda caso provengono tutte da quel mondo radical-chic che crede di essere custode da sempre del giusto, del bello, dell’intelligenza e della cultura.

Cominciamo da Renato Zero. Il cantante domenica deve aver preso una suite all’hotel Parco dei Principi di Roma, proprio nel luogo scelto da Fratelli d’Italia per attendere l’esito del voto e dove Giorgia Meloni ha festeggiato il successo. Un video mostra Renato Zero gridare contro i presenti: «Manco più in albergo se va…è un regime questo, un regime…Stronzi, votate la merda che siete…».

Poi lui, il Principe dell anti-fascismo, Roberto Saviano che già vede il regime avanzare pericoloso, nero, manca solo il manganello e l’olio di ricino…

Ci quelli poi che hanno tenuto a spiegare che quello di ieri sia stato «un giorno triste per l’Italia». Ce ne sono vari. Su tutti indichiamo Damiano, il leader dei Maneskin. Forse qualcuno dovrebbe spiegare al noto cantante che al massimo è un giorno triste per lui e per la sinistra e non per tutto il Paese. I numeri infatti dicono chiaro che su 60 milioni di italiani dalla parte sua a del Pd ce ne sono stati 7 e 300 mila, diciamo il 12% della popolazione ed il 25% dei votanti. Si chiama minoranza.

Risparmiamo poi i commenti delle femministe (ovviamente di sinistra) a cui rode il doppio: una volta per la sconfitta ed un’altra per il primato storico di una donna al governo, donna di destra. Ecco, in molte anche ieri ci hanno spiegato che Giorgia Meloni non è una donna…

Ma il vero colpo a sorpresa arriva sempre dal mondo della musica con Francesca Michielin, cantante e da poche settimane presentatrice di X Factor che su instagram tra le sue storie fa sapere ieri mattina al mondo intero che «oggi inizia la resistenza».

Un progetto battagliero che poche ore dopo, nella storia successiva, si esplica in tutta la sua forza, con una bella partecipazione ad una delle sfilate della Milano Fashion Week. Perché ovviamente anche nella lotta politica un bel vestito fa sempre comodo, come ci hanno insegnato 80 anni fa i partigiani.

Ognuno è libero di reagire come crede, bene, male. con il massimo rispetto noi stiamo con Nadal, che piange con il suo avversario, che lavora con il suo avversario, loro per l’amore verso il tennis, in politica pre il bene del Paese (unito, quello si)

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