La storica Caffiero, ‘Rapito non è anticattolico’

(ANSA) – ROMA, 29 MAG – “Non mi aspettavo che perfino oggi
Rapito di Marco Bellocchio potesse causare polemiche. Sono
d’accordo con quanto ha scritto il rabbino capo della Comunità
ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, in un commento di oggi su
Repubblica, che appare molto preoccupante e stupefacente questa
critica da parte di alcuni settori del cattolicesimo al film, e
la difesa d’ufficio di Pio IX. Soprattutto per le motivazioni
che vengono date, secondo le quali Bellocchio avrebbe adulterato
la realtà delle cose. Io ho visto il film e non mi risulta
assolutamente”. Lo dice all’ANSA Marina Caffiero, professoressa
di Storia moderna all’Università La Sapienza di Roma, studiosa
di storia sociale e culturale dell’Europa moderna, autrice di
decine di libri fra i quali ‘Battesimi forzati. Storie di ebrei,
cristiani e convertiti nella Roma dei papi’ e ‘Legami
pericolosi. Ebrei e cristiani tra eresia, libri proibiti e
stregoneria’. Il film di Bellocchio, “è anche molto misurato”. Atti come “i
battesimi forzati sono ingiustificabili non solo sul piano
morale ma anche teologico”. In Rapito “non c’è un attacco alla
Chiesa. Credo che Bellocchio sia stato anche prudente, ad
esempio nella rappresentazione del rapporto fra il bambino e il
Papa. Nel film si vede come il rapimento possa aver generato nel
bambino dei traumi ma il regista registra semplicemente quello
che è avvenuto, anche quando si mostra Edgardo che non vuole
tornare in famiglia dopo il 1870. E’ quanto effettivamente
accaduto: il ragazzo, ormai formato ed inserito nelle strutture
della Chiesa Cattolica, ormai si sente estraneo alla sua casa.
    Io su questo tema ho trovato delle storie terribili. C’era un
enorme lavoro sul far aderire questi bambini alla fede cattolica
causandogli anche grandi malesseri. A questo allora non si
badava ma oggi è un tema che scuote. Forse il turbamento che
vedere questi fatti causa negli spettatori fa un po’ paura ma
sono vicende reali che hanno inciso sulla carne delle persone.
    Il film non mi pare ne’ esagerato ne’ anticattolico” osserva.
    (ANSA).
   

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