domenica, 24 Novembre 2024
La Tenuta di Albarese, il gioiello della Maremma
Nel cuore della Toscana meridionale troviamo il Parco Naturale della Maremma chiamato familiarmente dell’Uccellina, un’oasi verde di 8.902 ettari, istituitoa nel 1975 per proteggere una delle zone intatte più belle e scenografiche d’Italia.
Si estende dalla foce dell’Ombrone, il fiume più lungo della Toscana dopo l’Arno, con i suoi 161 km di lunghezza, fino al promontorio di Talamone includendo tutti i monti dell’Uccellina, dividendosi tra i comuni di Grosseto, Magliano e Orbetello.
Al suo interno, l’Ente Terre Regionali Toscane può vantare un gioiello come la Tenuta di Alberese che si estende per oltre 4.200 ettari di pineta e bosco, superfici coltivabili, pascoli naturali e oliveti che ne fanno una delle più grandi aziende biologiche in Europa.
Il nome Alberese compare per la prima volta intorno all’XI secolo, in occasione della costruzione dell’Abbazia Benedettina di Santa Maria Alborense, luogo di culto e centro amministrativo medioevale. Nei secoli successivi l’Abbazia fu abbandonata e le terre cedute ai Cavalieri di Malta, questi ne rimasero in possesso fino al periodo napoleonico. La Maremma Grossetana passò poi alla famiglia Corsini e infine ai Lorena che avviarono le famose bonifiche.
La zona conserva ancora patrimoni storici secolari: come la Villa Fattoria Granducale, l’Abbazia di San Rabano, la Torre di Collelungo, la Torre di Castelmarino e il Granaio Lorenese di Spergolaia e le spiagge più belle e selvagge della Toscana: quella di Marina di Alberese o di Collelungo, la Cala Salto del Cervo, la spiaggia delle Cannelle o Cala di Forno.
Qui vivono allo stato brado animali bellissimi e autoctoni come i celebri cavalli maremmani, sulla cui presenza abbiamo testimonianze di popolazioni cavalline, lungo il litorale tirrenico, che risalgono alla civiltà etrusca o gli inconfondibili bovini maremmani dalle grandi corna, presidio slow food per la pregiata carne. Di questa speciale razza bovina, grazie al ritrovamento di alcuni reperti archeologici risalenti al VI millennio a.C., si è scoperto che è sempre stata presenti in Europa, tesi confermata da Columella nel suo De re Rustica del primo secolo d.C. dove è stata descritta la presenza nel nostro territorio dei progenitori della razza bovina Maremmana. Queste mandrie sono curate da 4 butteri, i mitici cavalieri maremmani icona di stile, che la Regione Toscana ha inserito tra gli antichi mestieri a rischio di scomparsa.
Una leggenda romantica narra che l’8 Marzo del 1890 un buttero avrebbero battuto persino il leggendario Buffalo Bill in occasione della sua tournee a Roma; infatti, il cavallerizzo statunitense avrebbe subito una pesante debacle per mano di Augusto Imperiali, re delle fiere circensi italiane dell’epoca.
Merita una visita la foce d’Ombrone un’area salmastra con un particolare ecosistema, dove l’acqua dolce si mischia a quella salata e gli uccelli migratori trovano un habitat ideale, nella stagione migratoria è meta prescelta da molte specie di uccelli acquatici e vi nidificano inoltre alcune specie importanti come il fratino, la ghiandaia marina, l’occhione e dal 2010 per merito di un progetto di reintroduzione, è tornato a nidificare anche il falco pescatore. Fra le 270 specie che potrete scorgere dall’osservatorio ornitologico ci sono anche il chiurlo, il cavaliere d’Italia e il fenicottero.
Nella Tenuta di Alberese tutta la gestione agricolo-zootecnica è biologica, gli animali sono allevati in purezza e in selezione, a ciclo chiuso “linea vacca- vitello”. La carne di questi animali, che vivono nel rispetto del loro benessere e caratteristiche etologiche, è acquistabile nella bottega di Alberese secondo i principi della filiera corta.
Presso la Tenuta, come ci racconta la referente tecnico della Tenuta di Alberese e dell’agro-biodiversità regionale Toscana dott.ssa Donatella Ciofani, è presente la Banca Regionale del Germoplasma dove viene conservato “ex situ”, all’interno di una cella frigorifero, il materiale genetico della specie autoctone erbacee iscritte al repertorio della Regione Toscana. Terre Regionali Toscane è inoltre il soggetto attuatore della L.R. 64/04 gestendo e coordinando tutti i soggetti appartenenti alla RETE di Conservazione e Sicurezza delle risorse genetiche, promuovendo e garantendo l’utilizzazione collettiva del patrimonio di razze e varietà locali toscane. La Rete attraverso i propri aderenti, in particolare i Coltivatori Custodi, svolge l’attività diretta a mantenere in vita le risorse genetiche a rischio di estinzione, allo scopo di garantire l’uso durevole della risorsa e la biodiversità, coltivandola “in situ” ovvero nelle proprie aziende nelle aree tipiche dove nel tempo tali varietà sono state “domesticate”.
Il neo direttore dell’Ente Pubblico Terre Regionali Toscane Dott. Giovanni Sordi afferma: «La splendida biodiversità presente all’interno del parco naturale della Maremma, viene esaltata dalla presenza della razza bovina Maremmana la quale rappresenta un vero e proprio unicum non solo Toscano o Italiano, ma addirittura mondiale. La qualità delle carni (praticamente assenti da colesterolo) la storia e soprattutto il contributo che il bovino Maremmano dà all’ambiente non ha eguali al mondo e ne fa un vero e proprio portabandiera della propria terra. La Maremma regina della Biodiversità, attraverso il riconoscimento del proprio mirabile simbolo quale patrimonio dell’umanità potrebbe rappresentare quell’esempio etico, storico e culturale che la moderna idea di un mondo veramente green aspetta dal settore agricolo italiano».
Questo paradiso terrestre può essere visitato a piedi, a cavallo, in carrozza, in canoa, in mountain bike, con i sensi protesi a godere dello spettacolo che la natura generosa e rispettata anche dalle attività agricole e zootecniche che vi si praticano, sa regalare.