domenica, 24 Novembre 2024
La Toscana impugna la legge sulle liste d’attesa
(di Leonardo Testai) La Regione Toscana è pronta a presentare ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto liste d’attesa in sanità voluto dal ministro Orazio Schillaci, e convertito in legge a fine luglio di quest’anno, con un’accoglienza gelida proprio da parte delle Regioni, le quali da subito avevano lamentato un’interferenza con le competenze regionali a fronte di una carenza di risorse apportate al sistema. La giunta regionale toscana ha dato mandato al presidente Eugenio Giani di presentare il ricorso, che dovrebbe essere portato alla Consulta nel giro di 15-20 giorni secondo quanto si apprende dalla Regione.
“Abbiamo voluto sollevare l’attenzione su un atteggiamento centralistico sul piano della sanità da parte del governo”, ha affermato Giani, parlando della questione con i giornalisti oggi a Firenze. Al centro del ricorso annunciato c’è l’articolo 5, comma 2 della legge, in base al quale i piani dei fabbisogni triennali di personale per il servizio sanitario regionale predisposti dalle Regioni sono approvati con decreto del ministro della Salute, di concerto con il Mef, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni ai fini del riscontro di congruità finanziaria. Un cambiamento rispetto al sistema attuale, dove non è previsto il vaglio di Roma che, secondo la Toscana, rischia di produrre problemi di gestione della sanità regionale, e rappresenta un vulnus rispetto alle prerogative attribuite dal Titolo V della Costituzione. “E’ un ulteriore appesantimento che rischia di peggiorare l’operatività del sistema”, lamenta l’assessore regionale alla Salute, Simone Bezzini, secondo cui “c’è una sorta di schizofrenia da parte del governo: da una parte vara l’autonomia differenziata, e dall’altra impone vincoli ipercentralisti di natura burocratica”.
Per Giani le necessità sarebbero ben altre, e proprio in fatto di liste d’attesa, probabilmente il punto più critico della sanità toscana: un sistema a larga prevalenza del pubblico, caratterizzato da performance fra le migliori d’Italia secondo i report di Agenas, ma che negli ultimi anni ha faticato molto a mantenere gli equilibri di bilancio, tanto da costringere la giunta nel dicembre 2023 a un aumento dell’addizionale Irpef regionale in mancanza delle risorse attese col payback sanitario: “Dobbiamo davvero fare qualcosa di forte e serio – ha detto il governatore -, e quindi abbiamo bisogno di risorse per pagare gli straordinari ai medici, per assumere e vedere così scorrere le liste d’attesa”.
La mossa della Regione è contestata da Fratelli d’Italia: “E’ solo l’ennesimo e neppure istituzionalmente elegante tentativo del presidente Eugenio Giani di utilizzare il governo come un bancomat”, sostiene il deputato Fabrizio Rossi, coordinatore regionale del partito. “Non passa giorno – sostiene – che il governatore della Toscana non si ingegni per chiedere soldi allo Stato. Serve ricordargli che la gestione dei denari pubblici destinati alla sanità è stata caratterizzata da una incapacità a dir poco sbalorditiva e caotica, lungo gli anni di governi regionali di sinistra”. FdI medita un esposto alla Corte dei Conti sulle spese legali sostenute dalla Regione Toscana per fare i ricorsi contro lo Stato.
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