lunedì, 25 Novembre 2024
Lanciata la petizione ‘Fermiamo lo Squid Game’, un’iniziativa per scuotere istituzioni e famiglie
Fondazione Carolina, la Onlus dedicata a Carolina Picchio impegnata per il benessere dei minori online, ha lanciato su Change.org la petizione ‘Fermiamo lo Squid Game: giochi mortali emulati dai bambini‘.
Nella petizione viene spiegato:
“Non è un atto censorio, ma risponde alla necessità di far fronte alla sconfitta dei parental control e alla crisi della genitorialità. Una debacle messa nudo dai social e, soprattutto, dalle decine di segnalazioni che gli esperti per la sicurezza digitale delle nuove generazioni hanno raccolto da tutta Italia.
Non a caso la stessa Netflix suggerisce la visione della serie coreana per utenti sopra i 14 anni di età, eppure Squid Game, che sta battendo ogni record di visualizzazioni, impazza tra i giovanissimi. Il passaparola è inarrestabile, tanto che la serie diventa virale, anche tra i bambini”.
I casi
“Mio figlio ha picchiato la sua amichetta mentre giocava a Squid Game”.
“A mia figlia hanno rovesciato lo zaino fuori dalla finestra dell’aula perché ha perso a Squid Game, non vuole più uscire di casa”.
“I miei figli non sono stati invitati alla festa del loro compagno, perché non vogliono giocare a Squid Game”.
Sono solo alcune delle testimonianze arrivate a Fondazione Carolina; un campione allarmante rispetto ad una serie che racconta violenza, alienazione e dipendenze con la semplicità dei giochi d’infanzia.
Parental control
Netflix mette a disposizione diversi metodi per controllare quello che i bambini possono vedere:
-la creazione di un profilo Kids;
-impostare sull’account di propria scelta il rating (T, PG14, VM18);
oppure bloccare i titoli dei film o delle serie tv che si vogliono bloccare;
-restringere l’accesso a dei profili impostando un PIN;
-disattivare l’autoplay delle anteprime.
Metodi per impedire ai bambini di vedere programmi indesiderati ce ne sono ma…
Censura?
L’educatore, Ivano Zoppi spiega: “Prima di capirne i motivi, però, è importante comprendere come mai, ancora una volta, quegli argini a tutela dei più piccoli, non hanno retto. Ancora una volta.
A questo punto, l’unica soluzione possibile sembra la censura vecchio stampo. Qualcuno storcerà il naso, ma oramai sembra l’unico strumento possibile a difesa del principio di incolumità dei minori“.
La petizione si conclude con la seguente frase:
“Un’azione forte, finalizzata a sensibilizzare genitori e istituzioni, più che a censurare una pellicola”.
Su Facebook è stato fatto presente che i filtri esistono, e la Fondazione spiega che la petizione ‘È un’iniziativa forte, per scuotere istituzioni e famiglie‘ :
Fonte Fondazione Carolina