Laura Samani, ora un coming of age nella mia Trieste

 “PICCOLO CORPO è stato un viaggio molto lungo, perché abbiamo iniziato cinque anni fa, forse anche di più, ma è normale in Italia se vuoi parlare di argomenti particolari, come in questo caso”. Così la regista triestina Laura Samani a Reykjavik commenta il premio rivelazione alla 35/a edizione degli Efa 2022 per il suo film in cui racconta la storia del viaggio di Agata, una madre che nel nord Italia di inizio Novecento perde sua figlia alla nascita. La religione cattolica e la società rurale di quei tempi avrebbero condannato l’anima della piccola, non battezzata, a rimanere per sempre intrappolata nel Limbo. Ma Agata dopo aver sentito parlare di un santuario in cui si dice che i bambini vengano riportati miracolosamente in vita per il tempo di un respiro, per essere battezzati e liberati dal peccato originale, la donna decide di intraprendere un viaggio col piccolo corpo della figlia nascosto in una scatola.
    “Lo spunto è stato appunto il Limbo, ovvero l’idea di credere in qualcuno o qualcosa che non conosci veramente”.
    E ancora la regista: “È un premio importante che mi rende felice e spaventata allo stesso tempo, perché sento ci sono aspettative su quel che verrà dopo. Il mio prossimo film – dice – sarà molto diverso. Sarà un coming of age in dialetto triestino dove ci sarà molta musica”. Infine, conclude la regista: “Vengo da Trieste, prima che italiana mi sento triestina, figlia di una terra che si è unita all’Italia molto tardi. Sono molto sensibile allo spirito europeo essendo mezza slovena e mezza croata. Insomma mi sento più cittadina del mondo che italiana”. (ANSA).
   

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