Le ‘giovani tigri’ di Pyongyang, calcio spopola in Corea

In Italia si ricorda ancora Pak Doo-ik. Fu lui che nel 1966 segno il gol con il quale la Corea del Nord eliminò la squadra azzurra di Fabbri dai Mondiali di calcio. Presunto dentista con l’hobby del pallone, tornò a Pyongyang accolto come una star. Ma, appunto, sono passati quasi sessant’anni da quel giorno.

Nel 2024, “l’orgoglio calcistico” nordcoreano ha trovato nuovi eroi o, meglio, nuove eroine. Si tratta delle ragazze delle squadre giovanili femminili.

Invincibili, le campionesse del regime più chiuso del mondo stanno vincendo tutti i tornei a livello giovanile. Domenica scorsa le ragazze della Corea del Nord hanno vinto la Coppa del Mondo U.17 a Santo Domingo. Il 22 settembre, le colleghe un po’ più grandi hanno vinto la Coppa del Mondo U.20 in Colombia. Ma è da anni che le “furie” di Pyongyang mietono successi. E, ovviamente, non è un caso.

Secondo gli analisti, il regime nordcoreano sta cercando di “ripulire” la propria reputazione e dare una immagine di forza attraverso lo sport. Un’accusa che, in questi anni, è stata rivolta anche all’Arabia Saudita. A differenza di Riad, però Pyongyang non può contare sugli ingenti proventi del petrolio, così spinge sulla formazioni dei giovani, selezionati alle scuole elementari e portati nella capitale per essere allenati.

 Inoltre, il regime ha scelto il settore femminile nel quale c’è meno concorrenza internazionale e quasi tutti gli stati sono in ritardo di programmazione.

Che i successi servano al regime per fare propaganda interna ed esterna è comunque fuori da ogni dubbio. “Prima di tutto voglio condividere questa bella notizia con il nostro amato padre e leader Kim Jong Un”, sono state non a caso le prime parole di Park Ju Gyong, portiere dell’U.17, subito dopo la vittoria della finale. Secondo il presidente della Confederazione asiatica di calcio, Salman bin Ibrahim Al Khalifa, la Corea del Nord “sta cercando di creare una catena dinamica di future star”. Oltretutto un dato che riguara non solo il calcio fa riflettere: su 11 medaglie d’oro ottenute dalla Corea del Nord ai Giochi asiatici di Hangzhou in Cina nel 2023, ben 10 hanno premiato donne.

 Meno politici e più attenti all’aspetto agonistico i commenti delle colleghe e degli addetti ai lavori. Per loro il segreto delle “giovani tigri” di Pyongyang, sono la resistenza fisica, la velocità di manovra e l’aggressività in campo. “Sono molto abili e famose per la loro tenacia – ha detto Lee Sang-yoon, ex della nazionale sudcoreana – “Aderiscono rigorosamente a schemi di gioco predeterminati tatticamente”. Per Irune Dorado, stella della squadra spagnola U.17 battuta ai rigori in finale, “le nordcoreane sono una squadra molto intensa che non ti lascia mai respirare”. Poi ci sono i premi: l’ala Jon Il Chong ha vinto il Pallone d’oro della miglior giocatrice U.17. Choe Il Son è stata indicata come miglior giocatrice e attaccante della Coppa del Mondo U.20. Come dire che nel calcio le donne nordcoreane hanno prestazioni nettamente superiori a quelle degli uomini. A parte, viene da aggiungere, Pak Doo-ik e quel Han Kwang-Song, attaccante classe 1998, che arrivò in Italia, dove giocò con Perugia e Cagliari, tramite i buoni uffici dell’allora parlamentare Antonio Razzi, amico personale del ‘Caro Leader’ Kim Jong-un.

La squadra maschile della Corea del Nord, i cui giocatori sono soprannominati i ‘Chollima’ (ovvero ‘Cavalli alati’) si è qualificata due volte ai Mondiali, arrivando fino ai quarti di finale nel 1966 in Inghilterra. Per la cronaca, dopo la vittoria con l’Italia perse 5-3 con il Portogallo dopo essere stata in vantaggio per 3-0. A Sudafrica 2010, invece, fece storia per la scomparsa di quattro suoi giocatori (il portiere Kim Myong-won, i centrocampisti Kim Kyong-il e Pak Sung-hyok, l’attaccante An Chol-hyok) di cui non si seppe mai se fossero fuggiti o fossero stati messi in castigo dal loro ct Kim Jong-Hun. Il quale poi, per il fallimento della spedizione mondiale (tre sconfitte in altrettante partite, con un 0-7 contro il Portogallo), al rientro in patria venne espulso dal partito dei lavoratori e costretto a un periodo di lavori forzati. Attualmente la Corea del Nord maschile è 111/a nella classifica Fifa.

Molto meglio la nazionale femminile, che ha partecipato a quattro Coppe del Mondo, arrivando fino ai quarti di finale nel 2007, e ora nona al mondo. Con buona pace di Pak Doo-ik che pochi anni fa ha anche svelato un segreto: il giustiziere dell’Italia nel 1966 non è mai stato un dentista, sebbene per decenni lo sia stato per tutti gli italiani, ma un insegnante di educazione fisica. 
   

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