Le telefonate da thriller di Watts e Gyllenhaal

(ANSA) – ROMA, 19 SET – Il telefono come coprotagonista
principale e alleato in situazioni che rischiano di essere senza
scampo. Un tema che torna centrale in due thriller, interpretati da nomi da Oscar (anche coproduttori), che hanno
debuttato al Toronto International Film Festival: Lakewood di
Phillip Noyce con Naomi Watts, e The guilty di Antoine Fuqua con
Jake Gyllenhaal, remake, al debutto il primo ottobre su Netflix del candidato all’Oscar danese 2019, Il Colpevole – The Guilty
di Gustav Moller.
    In Lakewood al centro del racconto c’è una madre vedova, Amy,
devastata dalla morte del marito. Un giorno, mentre si è
allontanata nei boschi per correre, la sua abituale fuga dalla
realtà viene a sapere (via telefono) che il problematico figlio
potrebbe essere coinvolto da vittima o carnefice, in una
sparatoria a scuola. La donna isolata si lancia in una corsa
fisica per ritrovare il figlio cercando in un tour de force
telefonico pezzi di verità. “Mi sono subito messa nei panni di
questa donna, che cerca di venire a capo di un momento vissuto
nel completo caos, nel quale è impotente, ma deve cercare una
soluzione” spiega Naomi Watts nella conferenza stampa online. Il
conto di vite umane causato dalle stragi nelle scuole “è enorme.
    Ci si può preparare conoscendo i fatti ma non si può realmente
sapere cosa voglia dire affrontare una tragedia come quella”. In The Guilty invece Gyllenhaal si cala nei panni di Joe,
agente di polizia che si è messo in guai seri ed è stato
relegato a rispondere al 911. La chiamata di una donna
terrorizzata in auto, che finge di parlare con la figlia, fa
capire a Joe di essere in contatto con una persona in grave
pericolo, seduta accanto al suo rapitore. Nel film scritto da
Nic Pizzolatto (True detective) In ‘voce’ recitano con
Gyllenhaal, fra gli altri, Ethan Hawke e Peter Sarsgaard. “Ho
visto The guilty nel 2018 e ho pensato subito si prestasse a una
rilettura – spiega Gyllenhaal nella Q&A via web con il direttore
del Tiff Cameron Bailey – C’erano così tanti temi nella
storia… quello che mi ha colpito di più riguarda è il coraggio
che a volte serve per affrontare la verità, anche se può essere
terrificante, pur di arrivare al bene”. (ANSA).
   

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