Lello Arena, “Io e Troisi, la favola e tutta la verità”

(ANSA) – ROMA, 11 OTT – E’ una storia meravigliosa tutta da
raccontare, con un’aura non a caso leggendaria e così a quasi 30
anni dalla sua morte (il 4 giugno 1994 a soli 41 anni) Lello
Arena con cui ha condiviso esordi ragazzini per le strade di San
Giorgio a Cremano e poi il grande successo in teatro e in tv con
La Smorfia negli anni ’70 e con i film mitici Ricomincio da tre,
No grazie il caffè mi rende nervoso, Scusate il ritardo si è
deciso a vuotare il sacco e a raccontare il suo legame con
Massimo Troisi. Esce per Rizzoli ‘C’era una volta’, sottotitolo
affatto casuale ‘la fiaba un po’ storta di un incontro
incredibile’. Un fiume di aneddoti, tante risate ad ogni pagina
sin dal primo magico incontro nel 1973 e però anche le ombre
tristi di un rapporto che sul finale si era irrimediabilmente
perso. “Ho 67 anni – dice all’ANSA Lello Arena che Troisi
chiamava Rafè – mi immagino rincitrullito a 90 anni, ora sono
all’inizio così ho pensato meglio farlo ora, ma è stata
durissima, ho fatto ricerche per due anni, ritracciato documenti
e fotografie. Era un atto necessario, per chiarezza. Racconto
quello che mi ricordo io, ce ne vorrebbe un altro fatto da Enzo
Decaro ad esempio. Troisi è un universo gigantesco, una persona
unica, straordinaria nel senso letterale della parola,
intransigente a livelli inimmaginabili”.
    Nel libro Arena, che con Decaro sta preparando la mostra
permanente al Pan, il Palazzo delle Arti a Napoli, fa i conti
con i suoi dolori, a tutti i costi.
    A dividerli fu Le vie del signore sono finite: Arena racconta la
preparazione del personaggio di Orlando e lo choc della
telefonata di Troisi che ci aveva ripensato e comunicava di aver
deciso di dare il ruolo a Massimo Bonetti e proponeva un
personaggio secondario. “Gli dico di no e a questo punto si
mette in moto qualcosa di spaventoso”, spiega raccontando nel
dettaglio la vicenda. Fatto sta che da quel momento, correva
l’anno 1987 per sette lunghi anni non si sono parlati, senza che
uno o l’altro facessero gesti di avvicinamento in un gioco di
silenzi “terribile, inutile, tragico” dice Arena che non può
cancellare una storia incredibile, unica. (ANSA).
   

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