Lente innovativa trasforma smartphone in ‘super’ microscopio

(ANSA) – PISA, 11 NOV – Un nuovo procedimento per
sintetizzare filtri ottici partendo da un polimero trasparente
su cui vengono scritte con una stampante a getto di inchiostro,
opportunamente modificata, nanoparticelle di metallo nobile (oro
o argento). La scoperta arriva dai laboratori del Dipartimento
di ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa. Il
procedimento, che di solito si misurava in giorni, in questo
caso richiede circa un minuto, costa pochi centesimi e permette
di ottenere risultati mai ottenuti prima.
    La scoperta, spiega una nota, arriva dal team guidato da
Giuseppe Barillaro, docente di elettronica, ed è stata
pubblicata sulla rivista “Advanced optical materials”. Lo studio
si basa sull’uso di ioni fluoro durante il processo di sintesi
delle nanoparticelle sul supporto polimerico, in questo caso
silicone, scelto per la sua versatilità e per il costo
competitivo. La procedura velocizza la produzione di filtri
ottici plasmonici su materiale flessibile di un fattore 100, e
migliora le loro proprietà di filtraggio rispetto alla procedura
standard di un fattore 1000. La lente è deformabile e
resistente, e può essere attaccata alla camera di un cellulare
per ottenere prestazioni comparabili a quelle di un microscopio
da 30mila euro. Dato il basso costo e la facilità di
manutenzione, questa può essere una tecnologia chiave per paesi
in cui non è possibile eseguire in tempi rapidi analisi da
laboratorio che richiederebbero un microscopio costoso. “Il
polimero siliconico – spiega Barillaro – si trova quindi ad
avere nuove proprietà se “decorato” con argento, oro, o con una
combinazione di entrambi, e può essere usato per la produzione
di filtri ottici (ma non solo) non basati sui principi
dell’ottica standard, dove le proprietà della lente dipendono
dalla sua curvatura e dall’angolo di incidenza della luce, ma
sul fenomeno della risonanza plasmonica. Invece, le proprietà
dei filtri così ottenuti derivano dalla densità e dalla
distribuzione delle nanoparticelle sul polimero”. (ANSA).
   

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