Lenti 1963, la nuova era della gioielleria

I diamanti sono i migliori amici delle donne. Lo sa bene Lenti, una delle realtà di maggior prestigio a livello europeo nella creazione e produzione di gioielli preziosi destinati ai principali marchi nazionali e internazionali, nonché ai retailer attivi nel mercato dell’alta gioielleria.

Fondata nel 1963 a Valenza, il distretto dell’arte orafa più celebre al mondo, l’azienda – arrivata alla sua seconda generazione con Danilo e Giuliana Lenti che rispettivamente si occupano delle operations e della direzione creativa della Maison – ha deciso, durante il periodo di pandemia, di lanciare il proprio marchio, Lenti 1963.

La tradizione orafa che da sempre contraddistingue l’identità della famiglia trova nuova vita in sei collezioni: Bloom (la più iconica del marchio), Colori, Legami, Diva, Senza Tempo e Serpente. Raccontate dalle sue ideatrice le linee diventano espressione di donne diverse, «forti e indipendenti, capaci di conquistarsi autonomamente lo spazio che meritano e di realizzare da sole i propri sogni, anche quando si tratta di scegliere il gioiello giusto da indossare tutti i giorni o in un’occasione davvero speciale».

Lenti ha fatto la storia del Made in Italy. Come ci si trova a essere a capo della seconda generazione di un’istituzione come questa?

Danilo: «La nostra è una storia di produzione, un’azienda che per il 99% si occupa di export di alta gioielleria e queste sono le nostre radici, la storia di nostro padre. Io e mia sorella possiamo dire di essere cresciuti in questo mondo, pur occupandoci di aree diverse, e negli anni abbiamo avuto il mondo di incontrare tante persone in tutto il mondo. In un mercato in forte evoluzione come quello della gioielleria, ci siamo trovati a pensare a un piano per i prossimi 10/15 anni, e abbiamo visto un futuro diverso che include Lenti 1963, un nostro “gioiellino”, che gestiamo in ogni aspetto della filiera produttiva, fino all’incontro con il cliente finale.

Per quale tipologia di cliente nasce Lenti 1963?

Giuliana: «Quando creo e immagino gioielli, nella mia mente prende forma la mia donna ideale. Una donna dalle molteplici sfaccettature che trovano la loro rappresentazione nelle diverse collezioni del marchio. In generale guardiamo a donne che sono eleganti e sofisticate, ma analizzando le collezioni si possono intravedere personalità e vite diverse. Il nostro obiettivo è parlare a tutte le donne e dare loro qualcosa che le rappresenti

Le nostre sei collezioni sono nate per raccontare sei tipi di donne diverse. La collezione Bloom è pensata per una donna più consapevole, più matura, dall’animo positivo. Legami è nata invece durante il Covid per rispondere alla mancanza di legami che abbiamo vissuto in quel periodo. Il bracciale della linea è così pensato per una donna in carriera che esce ogni giorno per andare al lavoro e vuole portare con sé tutti i suoi legami. Colori è una linea più frivola, da aperitivo, pensata per accompagnare la donna nei suoi momenti di relax».

State preparando una nuova linea, per celebrare il vostro anniversario. Quale tipologia di donna la sta ispirando?

Giuliana: «Una donna molto profonda, perché l’oggetto dell’anniversario rappresenterà tutta la nostra storia. Il diamante, che ha sempre accompagnato Lenti, sarà senza dubbio il protagonista».

Quali sono i canali di distribuzione per le collezioni Lenti 1963?

Danilo: «Abbiamo subito creato un e-commerce, anche perché il brand è nato in periodo di pandemia. Questo è il primo passo, il prossimo sarà identificare circa 20 punti vendita in Italia con i quali avviare una collaborazione per crescere insieme».

Vi ha sorpreso vedere che i clienti sono disposti a comprare gioielli online o vi è da subito sembrata un’evoluzione naturale del mercato?

Danilo: «Non ci ha sorpreso a causa del Covid. La pandemia ci ha portato a entrare in questa nuova realtà attraverso uno sviluppo completamente diverso. Certo, i pezzi più venduti forse sono i più economici ma vediamo anche realtà internazionali che vendono sul web nostri gioielli molto importanti».

Attualmente, nella vostra sede, offrite un’experience unica nel suo genere.

Danilo: «Nella nostra sede in Piazza Lanza a Valenza offriamo già visite organizzate dove si può scoprire la nostra produzione e soprattutto dove si viene coccolati. Oltre al nostro showroom, la sede ha un ristorante così da dare davvero un’esperienza a 360 gradi».

Giuliana: «La nostra sede si divide in due corti recentemente ristrutturate, una dedicata alla produzione e l’altra dedicata all’accoglienza».

Cosa significa sostenibilità per voi?

Danilo: «La sostenibilità per noi è sinonimo di ricerca tecnologica. La tecnologia ci permette di usare macchinari che consumano meno e rispettano l’ambiente. Abbiamo recentemente acquistato una nuova prototipatrice molto importante. È un continuo investimento sulla tecnologia per avere tecnologie sempre più efficienti anche a livello ecosostenibile. In più, incentrando tutta la produzione a casa nostra evitiamo lo sfruttamento. Non abbiamo mai voluto delocalizzare».

E Made in Italy?

Danilo: «Il Made in Italy è importante e soprattutto si vede. Anche un occhio meno esperto può accorgersene. Parlo di finiture, parti luci, ma anche la struttura stessa. Durante il nostro processo di produzione abbiamo almeno sette controlli qualità, per assicurarci che tutto sia perfetto».

Giuliana: «Per creare la collana Legami, ad esempio, ci vogliono 25 ore. Solo per saldare ogni singola parte. Il nostro compito ogni giorno è controllare che tutto sia perfetto, perché siamo riconosciuti in tutto il mondo per la nostra manifattura. Chiunque viene a trovarci rimane stupito da tutto quello che c’è dietro a un anello che possono trovare in vetrina».

Quale sarà il futuro del mercato del gioiello?

Giuliana: «Abbiamo notato che dopo il Covid le richieste siano tutte medio-alte. Credo ci sia un interesse nell’investire in gioielli che durino nel tempo e non stanchino mai. Prodotti belli e con una storia da raccontare».

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