L’Europa apre agli insetti in agricoltura (fino alla nostra tavola)

Ora è ufficiale: sulle tavole dei Paesi europei – quindi anche sulle nostre – potranno comparire prelibatezze finora sconosciute, perché a base di proteine che finora ci eravamo guardati bene dal cucinare e mangiare: gli insetti. Il via libera è arrivato dagli Stati membri dell’Ue, che hanno autorizzato la commercializzazione come alimento delle larve gialle essiccate del tenebrione mugnaio, meglio noto come tarma della farina. Si tratta della prima volta che Bruxelles dà luce verde all’utilizzo di un insetto come alimento: l’autorizzazione è stata concessa a seguito della valutazione scientifica effettuata dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

La tarma della farina è un’apripista, ma una lunga serie di insetti potrebbe seguire a breve il suo esempio: all’esame dell’Efsa ce ne sono infatti altri undici tipi, tutti potenzialmente commestibili. Per la gioia degli appassionati del genere – finora riservato a chi sceglieva di provare una novità durante i viaggi in Paesi esteri, specialmente asiatici – la larva essiccata del tenebrione mugnaio potrà essere venduta sotto varie forme: come insetto essiccato intero, come snack o come farina, ingrediente per numerosi prodotti alimentari come burger, bevande proteiche e biscotti. Con un’importante avvertenza: servono requisiti di etichettatura specifici per quanto riguarda l’allergenicità, visto che l’Efsa ha indicato che il consumo dell’insetto può portare a reazioni nei soggetti con allergie preesistenti a crostacei e acari della polvere.

La decisione formale della Commissione europea sarà adottata nelle prossime settimane e fa parte della strategia “Farm to Fork”. Il piano d’azione Ue 2020-30 per i sistemi alimentari sostenibili identifica gli insetti come una fonte di proteine a basso impatto ambientale che possono sostenere la transizione “verde” della produzione alimentare europea. “Milioni di persone consumano già insetti ogni giorno”,ha spiegato in una nota la Commissione Ue, precisando che “la Fao qualifica gli insetti come una fonte di cibo sana e altamente nutriente, ricca di grassi, proteine, vitamine, fibre e minerali”.

Quello che suona strano è che questi cibi possano essere serviti sulle tavole di Paesi, come l’Italia o la Francia, noti in tutto il mondo per la secolare tradizione culinaria e per l’elevata qualità delle materie prime. “Nel resto del mondo una parte importante della popolazione ha passato anni a mangiare insetti e la massima ambizione degli abitanti, via via che il loro status economico migliora, è poter accedere a un’alimentazione equilibrata”, osserva Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, fondazione che riunisce le eccellenze dell’agroalimentare del nostro Paese. “Mentre la carne bovina è uno status symbol nei Paesi in via di sviluppo, l’Europa va in direzione opposta, provando a smantellare con fake news e attacchi alla politica agricola la sua produzione di eccellenze alimentari, peraltro estremamente sostenibile, e cercando di stimolare i suoi cittadini a mangiare alimenti sui quali la stessa Efsa ha messo in guardia, a causa dell’allergenicità”. Per Scordamaglia “appare paradossale che il piano Farm to Fork punti a smantellare le eccellenze alimentari europee sostenendo che abbiano un impatto negativo sull’ambiente, e faccia tornare indietro i cittadini di millenni, ad abitudini che faticosamente il resto del mondo sta provando ad abbandonare. È assurdo che questo avvenga nell’ambito del Farm to Fork, un programma del cui enorme potenziale siamo tutti convinti, ma che può creare problemi di questo tipo se viene interpretato in modo ideologico”.

Una posizione condivisa dalla maggioranza degli italiani: secondo un sondaggio Coldiretti, il 54% considera gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale e non porterebbe mai a tavola la larva gialla della tarma della farina. Alla novità si è detto indifferente il 24% degli italiani, favorevole il 16% mentre il 6% non ha risposto. Nonostante gli esperti sostengano che il consumo di queste larve “non risulti svantaggioso dal punto di vista nutrizionale e non ponga problemi di sicurezza alimentare”, per Coldiretti una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale dei Paesi: bruchi, coleotteri, formiche o cavallette, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria italiana ed europea. In più, fa sapere l’associazione, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità; questi prodotti provengono in particolare da Paesi come la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche internazionali per numero di allarmi alimentari.

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