domenica, 19 Gennaio 2025
L’inchiesta di Panorama.it sull’albergo nella Basilica di Santa Croce arriva al Senato
La nostra inchiesta sull’albergo che si trova nei locali della basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma è arrivata in Senato
A luglio ci siamo occupati del Fondo Edifici di Culto che è un ente che fa parte del Ministero dell’Interno. Il FEC tra le sue quasi 900 proprietà, centinaia di fondi e migliaia di compensi ex conventuali finora censiti, possiede anche in condivisione con il Demanio dello Stato, un albergo di 81 stanze che si trova nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. L’albergo è gestito da una società cooperativa che fattura 1 milione e mezzo l’anno ed è guidata da un ingegnere che è uno degli amministratori che si è occupato dei lavori di ristrutturazione dell’albergo. Secondo quanto ci hanno riferito dal Demanio, l’albergo non avrebbe mai pagato nessuna concessione demaniale a titolo oneroso e la pratica sarebbe in mano all’avvocatura dello Stato. Abbiamo cercato di contattare la società per avere chiarimenti sulla gestione di questa proprietà ma senza esito alcuno. Inoltre abbiamo inviato due mail al Ministero dell’Interno la prima in data 21 luglio e la seconda il 3 settembre, dove abbiamo chiesto con che tipo di atto è stato aggiudicato l’albergo e se a seguito di un avviso publico ma anche stavolta senza ottenere nessuna risposta. Il 4 agosto il caso dell’albergo è arrivato in Senato con l’interrogazione dei Senatori Loredana De Petris, Francesco La Forgia e Sandro Ruotolo ai Ministri dell’interno, della cultura e dell’economia e delle finanze.
L’interrogazione Atto n. 4-05914
Pubblicato il 4 agosto 2021, nella seduta n. 355
DE PETRIS , LAFORGIA , RUOTOLO – Ai Ministri dell’interno, della cultura e dell’economia e delle finanze. -Premesso che, per quanto risulta agli interroganti, la basilica di Santa Croce in Gerusalemme di Roma è una delle 7 chiese della città dell’itinerario dei pellegrini. Una parte della chiesa è una struttura alberghiera, collegata al fondo edifici di culto (FEC) del Ministero dell’interno. La struttura in passato ospitava i monaci cistercensi mandati via con un decreto da papa Benedetto XVI, perché secondo quanto riportano le cronache il monastero si era trasformato in un albergo super lusso per politici e vip. Tuttavia dopo di loro è rimasta in piedi l’attività ricettiva gestita da una società cooperativa che fattura un milione e mezzo di euro all’anno. Nell’albergo che fa parte del complesso archeologico sono stati fatti dei lavori di ristrutturazione da una società guidata da uno degli amministratori che risulta essere all’interno della società che gestisce la struttura alberghiera;
considerato che, sempre a quanto risulta:
l’albergo appartiene in parte al FEC e in parte al demanio dello Stato, ma risulterebbe essere gestito da un privato, così come emerge da organi di stampa;
i lavori di restauro sarebbero stati fatti sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza, del FEC e del demanio dello Stato, ma non vi è chiarezza in merito alla responsabilità dei costi;
non è nota l’esistenza di una concessione demaniale, mentre è stato stipulato un atto con il FEC,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto descritto e se non vogliano esaminare la tipologia di convenzione e di locazione relativa alla struttura alberghiera con gli enti responsabili e competenti;
se non intendano altresì controllare e riconsiderare l’ipotetica concessione di una struttura archeologica ad albergo a titolo oneroso, oltre a chiarire la responsabilità dei costi dei lavori di restauro che sono stati effettuati sull’immobile.
La questione quindi è nelle mani di Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno ma allo stesso tempo rappresentante legale del Fondo Edifici di Culto. Ma non solo. magari potrà anche fornire il bilancio 2020 o 2019 del Fec che da luglio abbiamo chiesto senza riuscire ad ottenere risposte (se non vaghe ed incomplete).