sabato, 1 Febbraio 2025
L’indie Baker, ‘la Palma un sogno che fa bene al cinema’
Il suo cinema illumina il mondo ai
margini che non si vede ed in questo, nonostante la sorpresa e
qualche mugugno (specie italiano), la Palma d’oro ad Anora
dell’outsider indipendente Sean Baker è in linea con tutto il
resto del Palmares assegnato sabato sera al 77/o festival di
Cannes dalla giuria presieduta da Greta Gerwig. Baker, 53 anni,
la faccia da adolescente, sorride e si tiene stretta la Palma
alla cena di chiusura con tutti gli altri vincitori.
“Onestamente, questo non è solo un sogno diventato realtà, ma è
IL sogno diventato realtà” dice l’anticonformista regista che
cura i suoi piccoli film indipendenti, girati agli inizi con lo
smartphone, in tutti i suoi aspetti, montaggio compreso. Ha
dedicato il premio alle “lavoratrici del sesso passate presenti
e future”, riportato in America il premio di Cannes che mancava
da The Tree of Life di Terrence Malick del 2011 e fatto
guadagnare alla società Neon la quinta palma consecutiva dopo
Parasite, Titane, Triangle of Sadness e Anatomia di una caduta. “Vincere la Palma d’oro era il mio obiettivo da 30 anni
anni”, confessa a caldo e ci è riuscito con la giuria di Gerwig
che ha convinto (a quanto pare non all’unanimità) gli altri a
farsi rapire da questa commedia con humor, romantica, piena di
umanità e che si può liquidare come un incrocio tra Cenerentola
e Pretty Woman se non si vuole andare troppo oltre. Baker ha
sempre filmato con tenerezza coloro che erano rimasti indietro
nel sogno americano, migranti senza documenti, transessuali,
tossicodipendenti o prostitute, come nel film amato qualche
Cannes fa, Red Rocket, su un attore porno o Tangerine con al
centro due prostitute transgender afroamericane o The Florida
Project, su una mamma stripteuse. La storia d’amore, tra una
spogliarellista di New York (Mikey Madison) che si innamora del
viziato giovane di una famiglia di oligarchi russi, parla di un
altro lato del sogno americano, dunque seppure commedia anche
con risate sarebbe sbagliato minimizzare la Palma d’oro ad Anora
con il pretesto che Sean Baker non fa politica in quel film.
È invece molto politico sia il parlare della dignità di tutti
i lavoratori anche quelli con lo stigma del sesso e sia la sua
dichiarazione di amore e di lotta per il cinema che vive nelle
sale, non sullo schermo di un computer. “Il futuro del cinema è
dove è iniziato: in una sala cinematografica! Dobbiamo lottare
non per fare cinema ma per fare film che escono nelle sale”
osserva nella notte del Palmares.
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