domenica, 23 Febbraio 2025
Lo pneumologo, ecco quali rischi per il Papa
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Una crisi respiratoria grave e una trasfusione completa del sangue per riportare alla normalità i livelli delle piastrine e dei globuli rossi: sulla base del bollettino medico diffuso oggi, è quanto si può dire delle condizioni di salute del Papa.
La ‘crisi respiratoria asmatiforme’ che ha colpito il Papa è simile a quanto avviene durante un broncospasmo, quando la muscolatura liscia che avvolge i bronchi si contrae eccessivamente, fino a causare il restringimento delle vie respiratorie. ‘È una condizione che si rileva quando, nella visita medica, si sentono i bronchi chiusi’, osserva lo pneumologo Lorenzo Corbetta, professore associato delle malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Firenze, riferendosi ai casi generali nei quali questa condizione viene rilevata.
Quando si verifica una crisi respiratorio del genere, aggiunge, di solito è diffusa all’intero albero bronchiale. Se poi, come si legge del bollettino medico, la crisi respiratoria è ‘prolungata nel tempo’, si verifica una situazione di entità ‘moderato-grave che può causare ipoventilazione’. Vale a dire che la respirazione non riesce nè a fornire una quantità di ossigeno sufficiente, nè a espellere una quantitatà sufficiente di anidride carbonica. Di conseguenza, i livelli dell’ossigeno nel sangue si abbassano.
‘È una situazione che richiede terapie specifiche’, osserva Corbetta, e quali siano le terapie più idonee dipende dalle condizioni del paziente: se per esempio sia ‘predisposto all’asma, oppure se la crisi sia dovuta a un episodio infettivo dei bronchi’.
L’applicazione di ‘ossigeno ad alti flussi’ della quale si parla nel bollettino medico lascia pensare a un’insufficienza respiratoria importante. Si tratta, prosegue l’esperto, di ‘una nuova metodica, diventata di routine durante la pandemia di Covid-19 e che dà risultati ottimi senza causare gli effetti collaterali che può dare la ventilazione meccanica’.
Nel bollettino medico si parla infine di ‘piastrinopenia associata a un’anemia’ che ha richiesto ’emotrasfusioni’: si sono verificate sia una riduzione delle piastrine, che sono frammenti di cellule presenti nel sangue che contribuiscono al processo di coagulazione, sia la riduzione di globuli rossi che hanno richiesto una trasfusione completa di sangue e non quella di componenti del sangue.
Che cos’è la somministrazione di ossigeno ad alti flussi
La somministrazione di ossigeno ad alti flussi alla quale è ancora sottoposto Papa Francesco secondo gli aggiornamenti più recenti, è una tecnica comunemente utilizzata per trattare i pazienti che hanno un’insufficienza respiratoria.
I cosiddetti ‘naselli’ che sono tuttora applicati sono cannule nasali ad alto flusso o Hfnc (acronimo di High-Flow Nasal Cannula) che permettono di erogare l’ossigeno. Sono dispositivi non invasivi e che risultano in generale ben tollerati dalla maggior parte dei pazienti. Proprio per queste caratteristiche sono utilizzate anche nei comuni reparti di medicina interna, soprattutto per il trattamento di pazienti anziani e fragili nei quali tecniche di ossigenazione invasive potrebbero non essere ben tollerate.
Le cannule nasali ad alto flusso erogano un flusso di aria riscaldata e umidificata che può essere compreso fra 10 litri al minuto e 60 litri al minuto e con una concentrazione di ossigeno o FIO2 (ossia frazione di ossigeno inspirato) compresa fra 0,21 a 1 (ossia 100% ossigeno). L’apparecchiatura comprende un generatore di flusso, un miscelatore di aria ambiente-ossigeno che consente di erogare una FiO2 fino al 100%, un sistema di umidificazione e riscaldamento dei gas, un circuito monouso riscaldato e cannule nasali di diametro interno maggiore rispetto a quelle utilizzate per l’ossigenoterapia convenzionale.
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