mercoledì, 27 Novembre 2024
Lo scandalo di Lampedusa che qualcuno non vuole vedere
Guardate la foto di copertina di questo testo. Si vedono centinaia di giovani, in fila come soldati (o come schiavi), mentre altre centinaia sempre nelle stesse condizioni, attendono fuori da un cancello per iniziare lo stesso percorso. L’immagine è stata scattata ieri a Lampedusa, dentro il centro d’accoglienza (o Cie, chiamatelo come volete, non cambia lo stato delle cose) dopo che nelle ultime 24 ore sono arrivate 30 navi cariche di migranti, con un totale di oltre 700 persone. Un fiume umano da aggiungere alle altre 500 arrivate nella stessa maniera il giorno prima. Il risultato di tutto questo è che oggi nell’isola che dovrebbe essere famosa per le sue spiagge e punto di forza del turismo italiano la situazione è drammatica per non dire esplosiva. I posti a disposizione nell’hotspot sono 350; i migranti presenti più di 1500.
Lasciamo a voi immaginare le condizioni medico sanitarie in cui vivono queste persone; lasciamo a voi immaginare in che condizioni lavorano volontari e uomini delle Forza dell’Ordine che devono gestire una mole di lavoro e migranti fuori da ogni logica e da ogni possibilità.
Questi sono fatti, che purtroppo da luglio vanno ripetendosi quotidianamente. Solo il mare mosso per qualche giorno ha interrotto il via vai di barchini e gommoni che dall’Africa puntano al nostro Paese, ovviamente sempre assistiti dalle Ong che con le loro navi fanno da punto di raccordo e soccorso in mare per la gioia degli scafisti e di chi su questo traffico di essere umani fa un sacco, ma proprio un sacco, di soldi.
Se poi nemmeno questa foto o quelle che sono facilmente recuperabili sul web vi hanno convinto della serietà del problema allora basta recarvi sul sito del Ministero degli Interno, per consultare il report aggiornato giorno dopo giorno della migrazione in Italia. A ieri sono sbarcati sulle nostre coste oltre 56 mila persone, contro le 38 mila del 2021 e le 18 mila del 2020. Nel 2019, con Salvini al Viminale, erano 5mila (dati riferiti al periodo gennaio-agosto).
Ovviamente il mondo politico sul tema si divide in maniera frontale. Il centrodestra vorrebbe il ripristino dei Decreti Sicurezza se non addirittura il blocco navale. Centro e sinistra sono per i porti aperti. Ognuno scelga quella che ritiene la strada migliore per affrontare il problema.
L’importante però è che si ammetta l’esistenza del problema. Perché sono in molti a credere che tale non sia. Che sia qualcosa di logico, di dovuto, una conseguenza a qualche maldestro comportamento in Africa di chissà quale paese occidentale.
Ma a Lampedusa chiedono un aiuto ed una risposta. L’isola è esasperata, dagli sbarchi e dalle mancate risposte della politica. In questa estate torrida che ha visto un’impennata degli sbarchi l’unico giorno di calma (apparente) si è registrato quando Matteo Salvini è piombato sull’isola per denunciare lo stato delle cose. Al suo arrivo l’Hotspot era stato svuotato e ripulito per bene.
La Lamorgese ha fatto in pratica quello che fanno i nostri figli quando arrivano i genitori a controllare la camera, una volta a trimestre: una bella ripulita superficiale, lo sporco nascosto sotto il tappeto, i vestiti chiusi dentro l’armadio. Poi, ripartito Salvini, tutto è tornato come prima, come ieri, come oggi.
Forse l’unica speranza per gli abitanti dell’isola è avere Salvini fisso a Lampedusa, almeno per i tre mesi estivi. O forse al Viminale.