Loki a pezzi: la recensione dell’episodio 4

Dopo un terzo episodio transitorio, Loki cambia ancora forma e torna al suo “format” di partenza: la quarta puntata, infatti, si dipana quasi tutta in seno alla Time Variance Authority, riscattando la linearità di Lamentis con molte rivelazioni e sorprese.

Graditi ritorni

Avevamo lasciato Loki e Sylvie sul pianeta in rovina, ormai rassegnati alla morte. La loro presenza, però, causa un evento Nexus che viene notato da Mobius M. Mobius e dalla TVA, lesti a catturare i due fuggitivi poco prima della distruzione. Rivedere Mobius è un vero piacere, e fa tenerezza la sua delusione per il comportamento di Loki: si sente tradito in quella che riteneva essere una nuova amicizia. Il Dio dell’Inganno viene quindi confinato in un loop temporale che lo costringe a rivivere un momento del passato, e qui abbiamo la prima sorpresa.

Non si tratta di un passaggio cruciale della sua vita, ma di un evento secondario che evidenzia il suo bisogno di attenzione: d’altra parte, la serie è pur sempre una lunga seduta psicanalitica del principe asgardiano. La sorpresa è il cameo di Lady Sif (Jamie Alexander), che non appariva nel Marvel Cinematic Universe fin dalla seconda stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. (serie non considerata canon, quindi l’ultima apparizione “riconosciuta” risale a Thor: The Dark World). La guerriera è solo un ricordo di Loki, reo di averle fatto uno scherzo anni prima, ma i Marvel Studios hanno trovato un modo furbo per rammentare al pubblico della sua esistenza. Come sappiamo, Sif tornerà in Thor: Love and Thunder.

Rivelazioni

L’episodio, però, si apre con un prologo che ci porta nell’infanzia di Sylvie. Scopriamo quindi che fu Ravonna Renslayer a catturarla, e che la piccola Sylvie ha dovuto subire la stessa procedura che abbiamo visto all’inizio della serie. La differenza è che, dalla sua prospettiva di bambina, essa appare molto più gelida e inquietante. Comunque, Sylvie riesce a rubare il TimePad di Ravonna e a fuggire, dando inizio alla sua lunga latitanza. Il flashback ci permette di entrare maggiormente in connessione col suo dramma, non molto “percepibile” nell’episodio precedente.

A rallentare la puntata sono alcuni dialoghi che cercano di sbrogliare le questioni sospeso (come la sorte di Hunter C-20), dando l’impressione di girare a vuoto. In compenso, quando l’interesse cala, arriva sempre qualche svolta narrativa a ridestare l’attenzione. Ormai è sempre più chiaro che la TVA non è ciò che sembra, e sia Loki sia Sylvie lavorano per dimostrarlo ai propri interlocutori (Hunter B-15 e Mobius). Il grosso è concentrato nel finale: non solo vediamo i Custodi del Tempo, peraltro molto fedeli ai fumetti, ma scopriamo una parte della verità che li riguarda. Certo, il colpo di scena era prevedibile fin dall’inizio, e potrebbe risultare deludente rispetto alle ambizioni della trama. Comunque, bisognerà aspettare il prossimo episodio per avere un quadro più completo.

«Ti sei innamorato di te stesso»

In generale – diversamente dalla sua controparte a fumetti – la sensazione è che questo Loki resti molto in balia degli eventi: più che avere un piano, infatti, egli si adatta alle situazioni. Anche i suoi sentimenti per Sylvie rientrano nel medesimo schema, eppure non sono un espediente gratuito da parte degli autori. Perseguitato da un’eterna solitudine, il fratellastro di Thor ha finalmente trovato qualcuno con cui entrare in connessione, ed è ovvio che si tratti del suo alter ego. Non potevamo aspettarci nient’altro da “un incredibile narcisista distruttivo” come lui.

Non a caso, i momenti più drammatici sono proprio quelli in cui Loki sembra perdere i suoi affetti, per ragioni e con modalità diverse. In una scena particolarmente dolorosa (anche per noi spettatori), Tom Hiddleston è bravo a coagulare un misto di sorpresa e sofferenza sul volto del personaggio. Molti di noi avevano la stessa espressione, senza dubbio.

Insomma, i punti d’interesse e le rivelazioni non mancano in questo episodio. A prendersi i riflettori, però, è la scena durante i titoli di coda, della quale parlo più diffusamente in questo articolo. Se è vero che lo show muta il proprio aspetto con la stessa facilità di Loki, allora questo coup de théâtre potrebbe cambiare ancora le carte in tavola. E chissà, magari il Dio dell’Inganno si sentirà meno solo.

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