Louis Armstrong diviso tra bianchi e neri

(ANSA) – ROMA, 17 OTT – È stato forse il più grande
ambasciatore della cultura afroamericana e del jazz negli anni
Sessanta, ma i fratelli neri non lo amavano troppo, per loro
Louis Armstrong mostrava un volto troppo apolitico,
rappresentava l’unica immagine che i bianchi tolleravano dei
neri, quella rassicurante e simpatica di chi alla fine sa stare
al suo posto. Questa una delle tesi del docufilm di Sacha
Jenkins LOUIS ARMSTRONG’S BLACK & BLUES che uscirà il 28
ottobre su Apple TV+ e che passa alla Festa di Roma nella
sezione Freestyle.
    Ma era proprio così il trombettista Louis Daniel Armstrong,
noto anche con il soprannome di Satchmo o Pops nato a New
Orleans il 4 agosto 1901? Quella era solo l’immagine pubblica,
perché, dietro quella facciata, l’artista la pensava
diversamente e fu anzi più volte anche un riferimento per il
movimento dei diritti civili. Il film attinge infatti alle molte
ore di diari audio, meticolosamente da lui registrati, e agli
album di Armstrong che rivelano un lato diverso dell’uomo, oltre
alla personalità affabile che mostrava sul palco e davanti alla
telecamera.
    LOUIS ARMSTRONG’S BLACK & BLUES, non a caso, si apre con
Orson Welles che introduce Armstrong nel suo spettacolo come “uno dei più grandi jazzisti e il numero uno nel suo campo. Non
ce ne sarà mai un altro come questo”. Tante le testimonianze,
come quella della moglie Lucille che ricorda quanto fossero
felici nella loro casa nel Queens di New York, sottolineando poi
come Armstrong fosse una “persona profonda e consapevole di ciò
che accadeva nel mondo, ma non avrebbe mai mostrato questa sua
consapevolezza in un’intervista”. (ANSA).
   

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