domenica, 24 Novembre 2024
Luca Marinelli, essere M doloroso poi sono tornato antifascista
(dell’inviata Alessandra Magliaro) È tornato con la barba
folta, i capelli lunghi e curati, gli occhi azzurri: è tornato
lui, Luca Marinelli, da un viaggio scomodo, trasformato
fisicamente con make up durati ore e sette mesi di riprese per i
quali è diventato M – Il figlio del secolo, ossia Benito
Mussolini dal bestseller di Antonio Scurati sull’ascesa della
guida del fascismo, dal 1919 al 1925 dopo il delitto Matteotti.
Una serie in otto episodi prodotta da Sky Studios e da Lorenzo
Mieli per The Apartment, in co-produzione con Pathé, Small
Forward Productions, la regia di Joe Wright (Espiazione, L’ora
più buia), in onda nel 2025.
Come è stato entrare in questo personaggio storico e come
uscirne? “All’inizio – ammette in un intervista all’ANSA – è
stato uno choc quando mi è stato proposto il ruolo, mi ha messo
pensiero decidere se accettare o no, essendo antifascista
convinto non sapevo bene come potere affrontare questo progetto
poi però ho incontrato il libro che mi ha sorpreso tantissimo,
anche per la mia ignoranza intendiamoci, poi l’adattamento
cinematografico di Stefano Bises e Davide Serino molto
coraggioso e intelligente, poi incontrando il regista Joe
Wright. Dopo questi incontri ho pensato che non avrei avuto vita
difficile a sentirmi parte di una comunità che voleva comunicare
un determinato messaggio e mi sono buttato. La sfida è stata far
arrivare al pubblico il senso del progetto: siamo tutti
grandemente ignoranti, non abbiamo fatto i conti con il nostro
passato, come vediamo la storia si ripresenta oggi, non abbiamo
veramente conosciuto cosa ci ha preceduto. Lo studio, dalla
scuola in poi, è fondamentale. Il romanzo di Scurati è un ottimo
punto di partenza”.
E come è andata? “Sicuramente è stato molto doloroso perché
da attore quando si affronta un personaggio si sospende il
giudizio ma questa volta sospenderlo mi pesava, era faticoso
avvicinarmi il più possibile a questa persona e al dolore che ha
provocato. A risolvere però è stata la complessità, l’idea che
c’erano tante sfaccettature di questo personaggio da raccontare
e non solo quelle note, fortemente controllate dalle immagini
dell’Istituto Luce. Il trionfante, il glorioso, il violento, il
pazzo e tanto altro, ma trattare certi personaggi come male
assoluto, il diavolo, pazzi è la cosa che li rende più
pericolosi, sono persone come noi, che vengono da noi,
l’approccio più onesto è proprio far vedere che è M uno di noi”.
La frase del prologo, con Marinelli-M che guarda dritto in
camera, ci arriva come un pugno in faccia ‘Guardatevi intorno,
siamo ancora tra voi’. Un esempio può essere la censura subita
dallo scrittore premio Strega in Rai? “Trovo vergognoso quello
che è successo a Antonio Scurati” dice senza svicolare
Marinelli.
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