lunedì, 10 Febbraio 2025
L’uomo di argilla, il Golem in favola alchemica di rinascita
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‘L’uomo di argilla’, opera prima
della regista francese Anaïs Tellenne, con Raphaël Thiéry ed
Emmanuelle Devos, è una piccola favola alchemica in cui si parla
di rinascita attraverso la figura del Golem, “essere informe”
della tradizione ebraica a cui viene data vita attraverso la
cabala.
In questo caso il protagonista del film, Raphael (Thiéry) , è
un gigante buono, una specie di orco privo di un occhio che vive
con la mamma e suona con poesia e talento la fisarmonica nel
gruppo di musica etnica ‘Terra gallica’. Siamo in Borgogna.
Insomma Thiéry è poco più di un bambino che fa il guardiano di
un castello svolgendo lavori umili come la caccia alle talpe che
infestano il giardino e la cura del prato e delle piante.
Raphael certo ha la sua sessualità, quella che vive in maniera
spiccia con la postina del paese, sesso consumato nei boschi
come un bisogno fisico a cui assolvere.
Tutto cambia nel film – già presentato alla 80° Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione
Orizzonti Extra e ora in sala dal 13 febbraio con Satine Film –
quando arriva nel maniero l’erede, Garance Chaptel (Devos),
affascinante artista concettuale di cui subito Raphaël si
invaghisce, un sentimento mai provato prima.
Con l’ingresso di questa donna nella vita semplice di questo
gigante con benda all’occhio, Raphael scopre la bellezza e,
insieme a questa, la possibilità di una sua redenzione, di
essere rimpastato con la stessa argilla di cui è composto.
L’affascinante artista, mille miglia lontana dal suo mondo, gli
propone poi di fare da modello per una statua d’argilla a
grandezza naturale, una sorta di ‘pensatore di Garance’. Raphaël
passerà così molte ore a veder generata dalla donna ogni parte
del suo corpo fino al compimento del suo doppio in argilla con
cui si confonderà totalmente.
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