mercoledì, 5 Febbraio 2025
L’uomo senza colpa, le vite ‘avvelenate’ dall’amianto
(ANSA) – ROMA, 21 GIU – Il problema dell’amianto “è una
questione globale e le conseguenze che questo macro sistema ha
avuto ancora sono ancora molto forti sulla vita delle persone.
Io lo vedo in prima persona, sono nato nel mondo operaio del
monfalconese e tutti abbiamo in famiglia qualcuno che ha
lavorato ai quartieri navali o al porto e che è stato esposto”.
Lo spiega all’ANSA Ivan Gergolet, parlando del suo nuovo film
che affronta il tema, L’uomo senza colpa, storia di vendetta e
dramma famigliare con due straordinari protagonisti, Valentina
Carnelutti e Branko Zavrsan, premiato per la migliore regia al
Bif&st e nelle sale italiane dal 22 giugno distribuito da Arch
Film in collaborazione con Athena Cinematografica.
La storia (producono Transmedia Production e Staragara con
Propeler Film), ambientata nel nordest, ha al centro Angela
(Carnelutti), infermiera in un ospedale, che ha perso il marito
a causa di un cancro ai polmoni causato dalle polveri di amianto
respirate quando era operaio. Un giorno la donna scopre che
Francesco (Zavrsan), imprenditore nella cantieristica di
Monfalcone, l’ex datore di lavoro del marito, è ricoverato in
ospedale a causa di un ictus cerebrale. Quando il figlio
dell’uomo, Enrico (Enrico Elia Inserra) decide di curare il
padre a casa, Angela crea un suo piano di vendetta contro l’uomo
che reputa responsabile di tanti lutti. Nel cast, fra gli altri,
anche E Rossana Mortara e Livia Rossi, Alessandro Bandini, Giusi
Merli e Paolo Rossi. “Anche se essere stato esposto all’amianto non voglia dire
per forza ammalarsi, si vive con una spada di Damocle addosso –
osserva il regista -. E il dramma di chi si ammala è legato a
quello di chi accompagna le persona che ama nel percorso di in
un tumore terribile”. Per quanto riguarda il piano giudiziario, “la questione amianto ha una catena di responsabilità talmente
lunga e diffusa, che spesso la giustizia umana non riesce a
individuare. Si prova per tutto questo un grande senso di
frustrazione e rabbia. È l’elemento da cui sono sono partito per
il film, che dedico a tutte quelle persone che continuano a
combattere per avere giustizia e perché quanto successo non sia
dimenticato”. (ANSA).