sabato, 23 Novembre 2024
Manovra, Gimbe: ‘Salute è ormai un ministero senza portafoglio’
“Nonostante l’encomiabile impegno del ministro Schillaci per aumentare il finanziamento della sanità pubblica, i dati emersi dalla conferenza stampa sulla Legge di Bilancio 2025 mostrano chiaramente che il Ministero della Salute può ormai essere considerato ‘senza portafoglio‘”. Così all’ANSA il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, commentando la manovra approvata dal Cdm. “L’incremento di soli 900 milioni di euro per il 2025 – rileva – è del tutto insufficiente per affrontare le urgenti necessità di un Ssn in codice rosso, oltre che per sostenere le riforme avviate, in particolare quella sulle liste di attesa”.
“Con questa cifra irrisoria nel 2025 non vi sarà alcun potenziamento della sanità pubblica – afferma Cartabellotta – con ulteriore aumento della spesa privata e della rinuncia alle cure da parte di milioni di persone”. “È fondamentale che, nel corso dei lavori parlamentari sulla manovra – sottolinea il presidente Gimbe – almeno parte dei 3 miliardi previsti per il 2026 vengano resi disponibili già sul prossimo anno. Un rilancio significativo e costante del finanziamento pubblico non è solo essenziale, ma estremamente urgente per evitare che l’accesso alle cure diventi un privilegio riservato a chi può permetterselo, invece – conclude – di essere un diritto garantito per tutti”.
Medici ospedalieri: ‘Pochi 3,7 miliardi, spenderli bene’
I 3,7 miliardi di euro che sarebbero stanziati per la Sanità nella manovra “non sono una cifra sufficiente a colmare i gap esistenti rispetto all’Europa e proprio perché le risorse restano limitate bisogna capire bene come verranno spese. Per quanto riguarda il personale medico, se la defiscalizzazione sull’indennità di specificità medica annunciata verrà realizzata in due tranche, allora per noi sarebbe una presa in giro”. Così il segretario del maggiore sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, commenta all’ANSA la legge di Bilancio approvata dal Cdm e lancia un appello: “Tassiamo le sigarette e l’alcol, come da tempo i medici chiedono, e utilizziamo le risorse per la sanità”.
“Il problema – spiega Di Silverio – sta nel come verranno utilizzate queste risorse: se davvero, come è stato ipotizzato, l’intenzione è quella di dividere in due tranche successive la defiscalizzazione sugli stipendi dei medici, per noi sarebbe una vera presa in giro. Così, infatti, si posticiperebbe un aumento per lo stipendio dei medici che invece chiediamo quale segnale immediato da parte del governo, perché non c’è più tempo”.
Siamo, incalza il segretario Anaao, “in un momento di emergenza ed il segnale al personale medico va dato ora: chiediamo la defiscalizzazione dal primo gennaio 2025. Inoltre, il governo avrebbe anche stanziato i fondi per il prossimo contratto di lavoro dei medici 2025-2027, e noi chiediamo un anticipo economico su questo contratto nella more di iniziare ancora la trattativa del contratto attuale 2022-2024 che scade a dicembre”.
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