lunedì, 25 Novembre 2024
Manovra: medici, ’10 miliardi per i professionisti della sanità’
Dieci miliardi di euro in
Finanziaria, da investire sui professionisti della salute. In
caso contrario si rischia la sopravvivenza stessa del Servizio
sanitario nazionale. Questa la proposta del presidente della
Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli
Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, per salvare il Servizio
sanitario nazionale. A due giorni dal vertice di maggioranza
sulla prossima Legge di Bilancio, il presidente rilancia
l’impegno del ministro Schillaci a prevedere risorse dedicate
alla valorizzazione del personale.
A chiedere di mettere la sanità tra le priorità in
finanziaria sono anche i cittadini. “Secondo l’ultimo Rapporto
Censis-Fnomceo – afferma Anelli – per l’87% è prioritario
migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni dei medici,
proprio perché li considerano la risorsa più importante della
sanità. Per il 92,5% occorre assumere subito medici e infermieri
nel Servizio sanitario, per dare un taglio rapido alle liste di
attesa. Numeri, questi, che fanno il paio con un recente
sondaggio condotto dall’Istituto Piepoli: per il 90% dei
cittadini, la sanità deve essere una priorità del Governo nella
Finanziaria”.
Purtroppo, la realtà è ben diversa: le retribuzioni dei
medici dal 2012 al 2022, in termini reali sono addirittura
diminuite, del 6,1%. E sono sempre più lontane, in valore
assoluto, da quelle dei colleghi europei. Questo, insieme alle
condizioni di lavoro, aggravate dagli episodi di violenza dai
carichi insostenibili porta sempre più medici ad abbandonare il
Servizio sanitario. “Dobbiamo fermare questa emorragia o il
risultato sarà la morte per consunzione della sanità pubblica,
svuotata della sua linfa vitale, i suoi professionisti. E i
cittadini rimarranno senza cure”. Già oggi chi può si rivolge
alle assicurazioni, al privato o rinuncia a curarsi. “Sono 4
milioni e mezzo, secondo dati Istat, i cittadini che rinunciano
alle cure: l’equivalente degli abitanti dell’Emilia-Romagna. Se
non agiamo subito – constata Anelli – a breve diventeranno tanti quanti i dieci milioni che popolano la Lombardia”.
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