mercoledì, 5 Febbraio 2025
Martin Scorsese, ‘da grande volevo fare il gangster’
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(ANSA) – BOLOGNA, 03 GIU – E’ stato accolto da una
lunghissima ovazione dagli oltre 400 spettatori, che gremivano
il cinema Arlecchino di Bologna quel “bravo ragazzo” che di anni
ne ha ormai 80 e che da giovane sognava di “fare il gangster”
diventando invece uno dei registi più acclamati e premiati al
mondo, “Maestro dei maestri”. Martin Scorsese, in Italia in
questi giorni, è stato anche a Bologna (dove è praticamente di
casa, ospite più volte in quella Piazza Maggiore che in molti
definiscono “il cinema più bello del mondo”) per presentare la
rassegna che gli sta dedicando la Cineteca dove ogni titolo
della sua filmografia viene proiettato in abbinamento ad un
altro titolo da lui stesso scelto, “Carta bianca a Martin
Scorsese”.
Ieri sera è toccato a Goodfellas (Quei bravi ragazzi) e a
Colpo grosso di Lewis Milestone, in mezzo la sua lezione
magistrale sollecitato dal direttore della Cineteca, Gian Luca
Farinelli. Tanti gli aneddoti che il maestro italo americano ha
offerto: da quando ventitreenne rimase folgorato dalla visione
di “Prima della rivoluzione” di Bernardo Bertolucci (film in
rassegna in abbinamento al suo “Main stream”) “il linguaggio di
Bertolucci è pura poesia, sono stato succhiato in quel film e
dai personaggi. Avevo 23 anni e volevo essere al posto di
Bertolucci, ma dovevo ancora imparare”, ha spegato.
E sui film della serata: “per tutta la vita ho voluto essere
un gangster! Colpo grosso è l’olimpo di attori il cui esempio da
seguire era l’ideale, da Dean Martin a Franck Sinatra, io invece
ho fatto Goodfellas” il film con cui Scorsese ha voluto rendere
affascinante e attraente la figura del gangster.
E poi in riferimento a “Francesco Giullare di Dio” di
Rossellini (accoppiato al suo “Al di là della vita”), il
paragone tra le cose che il santo dice e la messa in pratica che
ne fanno quotidianamente i medici di pronto soccorso (“vedi e
propri angeli, si pensi alla recente pandemia”, ha detto).
Martin Scorsese nella sua ora di conversazione ha insistito
sull’importanza del montaggio e della musica, essendo “il solo
regista al mondo – ha spiegato Farinelli – che ama così tanto il
cinema e che ha fatto così tante cose per il cinema”. (ANSA).