domenica, 29 Dicembre 2024
Martina Scrinzi, ‘Vermiglio, l’Oscar e le mie emozioni’
(di Francesca De Lucia) “Di solito quando mandi un
curriculum nemmeno ti rispondono, e invece mi arrivò un ‘grazie’. Sul set in Trentino nessuno avrebbe mai immaginato che
saremmo stati scelti per gli Oscar”. La favola di Vermiglio e di
Martina Scrinzi, la luminosa Lucia del film di Maura Delpero,
passa da Capri, Hollywood aspettando il 17 gennaio, quando
saranno annunciate le nomination per il miglior film
internazionale, dopo l’inserimento in shortlist. Mentre la regista (premio Capri Lina Wertmüller), è impegnata
nella campagna di promozione americana, la 27enne attrice
cresciuta nel teatro danza è l”Italian Rising Star’ dell’anno
al festival prodotto da Pascal Vicedomini e sostenuto dalla
direzione generale Cinema del ministero della Cultura e dalla
Regione Campania. E racconta quella che è già una vittoria. “A
volte mi chiedo: forse è successo tutto troppo in fretta?
Delpero non la conoscevo, la incontrai solo a Roma per l’ultimo
provino. Stavo girando una piccola parte in Lubo di Giorgio
Diritti e speravo di essere scelta ma nell’altro ruolo, quello
di Virginia. Per entrare nel personaggio di Lucia mi hanno
aiutato, certo, la mia educazione, la vita a contatto con la
natura – racconta l’attrice trentina, sguardo azzurro che
trasmette maturità e determinazione -. Quando si è cominciato a
parlare della possibilità di andare a Venezia ho capito che il
film poteva puntare in alto. Ed ora l’Oscar, i Golden Globes, i
premi nei festival: in certi momenti sono stata agitata, ora
sento tanta emozione ma positiva. Mi chiedono spesso quale sia
il segreto di questo film, per me che ci sono stata dentro è
difficile dirlo, ma ne ho parlato con gli spettatori: credo
l’autenticità, il distacco dalla contemporaneità, la regia molto
curata e la fotografia di Mikhail Krichman che ne fanno un
cinema tanto diverso da quello che si vede di solito in Italia”.
Del cinema italiano Martina Scrinzi adora i classici di
Monicelli e Scola, è appassionata di quello americano anni ’70,
passando all’oggi di Almodovar e tra le attrici preferisce Penelope Cruz. “Nel mio percorso mi farà piacere mantenere la
possibilità di recitare in italiano e in tedesco ed anche in
dialetto come in Vermiglio. Nel prossimo futuro potrebbe esserci
bel progetto in Italia di cui non posso ancora parlare e
un’offerta dalla Germania. Intanto il mio compagno regista Kia
Khalili Pir sta scrivendo un thriller, ‘Animali sociali’. Con
lui ho girato il mio primo film in assoluto ‘Mostro intruso
aspro’, un horror indipendente in cerca di distribuzione”.
Dalla pace delle sue montagne (“la casa dei miei non ha
neanche un indirizzo preciso”) alla nuova vita a Roma, “dove mi
trovo bene, ma torno spesso in Trentino per ricaricarmi. E il
modo migliore è il silenzio”.
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