Massimo Ghini con il figlio Leonardo in una crazy comedy

(di Francesco Gallo) Per Massimo Ghini e il figlio
Leonardo è crazy comedy. Entrambi interpreteranno Diego in 30
anni (di meno) opera prima di Mauro Graiani, presentata al
Filming Italy Sardegna Festival e in sala dal 21 agosto
distribuito da Plaion Pictures. Nel film, tre settantenni
ricoverati in una clinica condividono un’inaspettata esperienza:
grazie ad una pillola, acquistata online su un sito cinese per
favorire le prestazioni sessuali, si ritrovano improvvisamente
più giovani di trent’anni e, sulle prime, ne approfittano per
fare tutto ciò che alla loro età gli era fisicamente precluso e
poi cercano di utilizzare questo ‘superpotere’ per aggiustare i
torti e gli errori di ieri.
    Insomma per loro arriva una seconda occasione da cogliere al
volo, peccato però che l’effetto della misteriosa pillola va e
viene e i tre neo-trentenni saranno a un certo punto costretti a
scappare dalla clinica.
    Gli altri due sessantenni protagonisti del film sono Marco
(Antonio Catania) e Maurizio (Claudio Greg Gregori), ricoverati
appunto per differenti patologie, mentre gli altri due trentenni
sono: Claudio Casisa (Un mondo sotto social) e Claudio Colica
(Natale a tutti i costi).
    Come si lavora con papà? “Male – scherza Leonardo Ghini -. È un
ricordo che porterò con me per sempre, perché grazie a
quest’esperienza l’ho conosciuto meglio. Ho scoperto così la sua
sensibilità. Un esempio su tutti, noi abbiamo già recitato
insieme per due anni a teatro in Quasi Amici e alla fine dei
ringraziamenti, nel corso dell’ultima replica, si è messo a
piangere”.
    “Sono abituato a parlare al pubblico, ma quella sera mi ha preso
così. Sarà l’età – racconta Ghini, settant’anni il prossimo 12
ottobre -. È anche vero che mancavo un po’ dal teatro. Fare poi
145 repliche sold out dando al pubblico sentimento, divertimento
e un messaggio, è stata una grande soddisfazione”.
    Massimo Ghini dice comunque di vedere nel figlio la sua stessa “follia. Un giorno mi ha detto: voglio fare l’attore, devo
studiare. Così ha fatto l’Accademia Silvio D’Amico, dove io sono
stato bocciato da giovane, ma poi per fortuna sono stato preso
da Strehler”.
    “Quando ero in Accademia è sempre stato molto discreto. Mi
veniva a vedere ai saggi, ma non mi ha mai ossessionato, non
voleva essere invadente”, racconta ancora Leonardo al Filming.
    “In Accademia – continua – qualcuno mi ha fatto pesare il mio
cognome. Ora vivo tranquillamente la mia vita e spero di
dimostrare la mia bravura in questo mestiere. Oggi c’è una
competizione spietata tra gli aspiranti attori. E spesso a fare
i provini vengono anche gli influencer. Mi hanno anche chiesto
quanti follower avessi e c’è anche chi mi ha accusato di parlare in modo troppo formale”.
    Il più grande desiderio di Leonardo? “Avvicinarmi anche un po’ a quello che ha fatto papà, oltre
cento film, sarebbe già un grande successo. Mi piacerebbe
comunque lasciare un segno, essere ricordato per qualcosa che ha
emozionato, essere duttile, passare dal drammatico al comico e
fare anche il musical, proprio come lui. E spero un giorno
ovviamente di lavorare con registi come Paolo Sorrentino e
Matteo Garrone”.
   

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