Massimo Troisi, il poeta bambino avrebbe 70 anni

(ANSA) – ROMA, 16 FEB – Il 19 febbraio tutta Napoli e in
particolare la gente di San Giorgio a Cremano dovrebbe brindare
al compleanno del suo figlio più geniale e solitario del secondo
Novecento: Massimo Troisi nasceva quel giorno e adesso avrebbe
festeggiato i suoi 70 anni se un “cuore matto” non ce lo avesse
portato via nella livida notte del 4 giugno 1994. Da poche ore
aveva concluso le riprese del suo ultimo film (il “Postino”).
    In teatro debuttò a 15 anni nel palco parrocchiale con Lello
Arena e altri amici per rimpiazzare un attore che non si era
presentato. Insieme agli amici del gruppo teatrale “RH-Negativo”
(poi ribattezzato “I Saraceni”) Lello Arena ed Enzo Decaro
cominciò ad avere i primi veri successi nonostante la parentesi
di un viaggio a Houston per sostituire la valvola mitrale. Il
gruppo cambiò ancora nome (“La smorfia”) ed è con questi
compagni di viaggio che Troisi sbarcò in televisione nel 1977
con “No stop”. Allo sciogliersi del sodalizio, nel 1981,
l’eterno bambino era già una star col suo parlare strascicato,
la calzamaglia nera, la follia quasi surrealista
dell’improvvisazione. Scommise su di lui il produttore Mauro
Berardi: nel giro di un anno, con la complicità di Anna
Pavignano – che divenne la sua compagna – e di Vincenzo Cerami,
realizzò il suo primo film, “Ricomincio da tre”. Vennero anche i
premi: due David di Donatello, tre Nastri d’argento, due Globi
d’oro della stampa estera. Tra televisione e cinema (apparve
come attore in “No grazie, il caffè mi rende nervoso” e diresse
il paradossale quanto profetico “Morto Troisi, viva Troisi”) era
una oramai star corteggiata e assunto nell’empireo partenopeo a
fianco di Eduardo e Totò. Anche così si spiega il suo ritorno
dietro la macchina da presa solo nel 1983 con “Scusate il
ritardo”. Da allora avrebbe diretto appena 4 film in dieci anni,
anche se “Non ci resta che piangere” è firmato insieme a Roberto
Benigni e “Il postino” vede Michael Radford accreditato come
regista.
    Nove le apparizioni da attore (inclusi i suoi film) tra cui
meritano menzione soprattutto le tre sotto la guida di Ettore
Scola che costruì su di lui un vero gioiello come “Che ora è”
(in coppia con Mastroianni) e “Il viaggio di Capitan Fracassa”.
    (ANSA).
   

Leggi su ansa.it