mercoledì, 19 Marzo 2025
Mastandrea, racconto storia d’amore in un ‘film di confine’

Cosa c’è mai nella ‘terra di mezzo’
quando si è tra la vita e la morte? C’è anche in quello spazio
una vita, casomai diversa, ma in cui si è ancora capaci di
amore?
In questa sottile nuvola esistenziale si colloca il secondo film
di Valerio Mastandrea, ‘Nonostante’, che racconta questa sorta
di limbo ‘pieno di vita’ in cui si trovano dei malati in coma in
ospedale.
Assenti per i parenti in trepida attesa del loro risveglio, ma
tra loro ben presenti e capaci di amicizia e amore.
Il film, che ha aperto la sezione Orizzonti di Venezia 81 e ora
dal 27 marzo in sala con Bim, ha soggetto e sceneggiatura
firmati da Enrico Audenino e dallo stesso Mastandrea, che
interpreta un uomo in coma da così tanto tempo da essere geloso
della sua stanza d’ospedale.
È lui a parlare e a scherzare con gli altri ricoverati (Lino
Musella, Laura Morante, Justin Alexander Korovkin e Dolores
Fonzi), i soli che lo vedono (a parte il personaggio
interpretato da Giorgio Montanini che frequenta i comatosi
facendo di tutto per risvegliarli).
“Io sono un ‘Nonostante’ – dice Mastandrea al suo secondo film
da regista dopo Ride (2018) – e come me siamo tanti al mondo.
Persone che possono essere attraversate da un sentimento enorme
e che possono accoglierlo. L’idea l’ho presa da un poeta, Angelo
Maria Ripellino, che in una sua opera parlava della sua
esperienza in sanatorio, dicendo che siamo tutti dei ‘nonostante’, sferzati dal vento che cercano di resistere alle
sofferenze della vita”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA