Milano Moda Uomo: i nuovi codici dell’eleganza e del urban street style

In scena come arredo e set design della sfilata Etro a Milano Moda Uomo, principale protagonista e materia fondante della moda, il tessuto, fatto uscire dagli archivi della Maison dallo stilista Marco De Vincenzo per contestualizzare la sua prima collezione uomo.

Infinti rotoli, lembi e pile di tessuti posti a cornice della location sottolineano la qualità e la quantità di ricerca e produzione di uno dei marchi storici e più rappresentativi del Made in Italy, forse fra i primi ad utilizzarlo in un concetto esteso di lifestyle, moda, complementi, arredi e derivazioni artistiche.

Le silhouette sono accattivanti e vestono i nuovi capi spalla dedicati a più generazioni urban chic. La coperta di velluto jacquard e il tartan riprodotti su ampi cappotti e giacche di lana, la maglieria tattile e tridimensionale decorata con fiori che sbocciano anche sulle giacche e gli smoking da sera. Il mimetismo tessile fra abbigliamento e tappezzeria contagia bluson, tute e camicie oppure vengono nascoste le fantasie in fodere couture. Gli abiti sono allungati e dipingono esilmente la figura maschile anche quando i colori spingono verso il psicadelico. Dal comparto accessori nascono idee di stile e nuovi permessi, come quello di portare gli zoccoli con suole spesse, anche nell’ibrida variante mixata con le sneakers, e di scegliere borse e shopper in pendant con l’elegante arredo della propria stanza.

Anche il tema della intima collezione del guardaroba lusso di Giorgio Armani celebra la preziosità di certi tessuti usati sia per realizzare l’abbigliamento, come il cashmere, l’alpaca, i velluti, e la loro applicazione alla decorazione di interni. È un uomo di gusto raffinato che ama scegliere l’abito giusto, i suoi accessori, lo stile adatto, a ogni occasione. E si prende del tempo per constatare che smoking, completi doppiopetto, cappotti sartoria e anche i look sportivi da gentiluomo possono avere un risultato insieme rilassato e al contempo preciso e perfettamente disegnato.

Il garbo e il tempo di esprimerlo fanno parte di questa magia che regola ancora i capi formali d’eccellenza e le divise luxury per il tempo libero. Questo senso colto ed estetico, d’allure retrò, si nutre di una città come Milano che anch’essa rivela le sue bellezze più intonse proprio nelle corti e nei locali di palazzi immutabili al tempo, eppure pronti a riservare sempre delle sorprese. L’abito è il protagonista per le uscite più formali, in un trionfo di sensorialità materiche, mentre i capi outdoor, le tute, i pantaloni sporty e gli accessori vestono il tempo degli svaghi.

Sul set di un backstage di sfilata, il designer Neil Barrett riflette sulle uniformi delle subculture metropolitane che creano codici di appartenenza, eppure conservano le singole personalità che li indossano. Alla base di tutte le influenze, punk e post-punk, rocker, new wave, casual, c’è quella precisione e rigore sartoriale che caratterizza l’abbigliamento maschile del suo lavoro fin dagli anni Novanta. Linee geometriche definite tagliano camicie e pantaloni, curate come dei capispalla, dei passepartout dalle molteplici possibilità di costruirci intorno, stratificando, diversi styling. Con l’aggiunta di maglie Fair Isle grunge, tracksuit e cappotti, giubbotteria e accessori. Ultima nata, la collezione di occhiali da sole Neil Barrett X Siens che parte con un occhiale minimalista, Metropolis, in quattro varianti colore in abbinamento alle tonalità della stagione.

Il designer tedesco Philipp Plein, fondatore del suo omonimo marchio di moda di lusso nel 2008, contraddistinto da uno stile non convenzionale e anticonformista unito a una lavorazione lussuosa artigianale, presenta il suo Plein Sport Truck, il primo mobile store che viaggerà attraverso l’Europa in diverse città per portare l’offerta completa della linea sport-street Plein Sport. Nata da un mix fra il mondo dello sport e quello della moda, combina la massima qualità dell’abbigliamento sportivo e attivo con le soluzioni tecnologiche più avanzate, mantenendo lo stile al centro. Pezzi trasversali e total look dedicati alla montagna, al tennis o al fitness, solo per citare alcuni esempi, che ripetono alcuni temi cari al marchio: il design mimetico, i dettagli a contrasto fluo, etichette e slogan, gli effetti 3D, il graffio della tigre o quello magico degli uccelli del paradiso, il teschio simbolo di Plein. In collaborazione con l’artista Antoni Tudisco, nasce anche una nuova sneaker, The Thunder Stroke Gen.X.02, disponibile anche come NFT in edizione limitata, in sei diverse colorazioni.

Lo stilista giapponese Yosuke Aizawa, fondatore del brand White Mountaineering, è oggi a capo della collezione di alta gamma del brand monzese Colmar, pronto a reinterpretare Revolution, la linea più ricercata di Colmar Originals.

La vita all’aria aperta come promessa quotidiana è il fondamento che unisce le due visioni, come spiega Giulio Colombo, ceo di Colmar. «Abbiamo chiesto a Yosuke Aizawa di lavorare con noi perché è un designer che coniuga una brillante creatività con una profonda conoscenza in fatto di abbigliamento outdoor e il suo modo di lavorare assomiglia molto al nostro savoir faire tecnico e stilistico che affiniamo da ormai 100 anni. Il risultato è una collezione innovativa, dove l’esperienza della nostra azienda si fonde con la visione contemporanea e tecnica di Aizawa».

Yosuke Aizawa è d’accordo sul confermare che Colmar è il marchio leader per l’outdoor in Italia, oggi adatto ad essere reinterpretato con nuove tecnologie e dettagli fashion, per fare la differenza e, come dice il progetto stesso, portare una piccola rivoluzione.

Colmar Revolution by Yosuke Aizawa si compone di capispalla uomo e donna, felpe, maglieria, in diverse lunghezze e pesi, realizzati in tessuti tecnici, ma allo stesso tempo raffinati e preziosi nell’aspetto. I colori si ispirano alla natura e il tutto gioca molto con lo stile essenziale tipicamente giapponese, dai volumi leggeri, morbidi, pratici e confortevoli.

Una allegoria urbana di nicchia la portano le giacche tecniche di Iuter, in collaborazione con gli specialisti militari di Alpha Industries. Giacche racing in pelle con ricami e patch intarsiate, flight jacket con patch oversize e giacche in pelle con stampe di Laura Palmer, abbinati a denim paisley custom ricamati o pantaloni creati con termonastrature e tessuti riflettenti Majotech. Ogni pezzo ha i suoi effetti speciali che mixano sport high tech, radici urbane e la raffinatezza della sartoria italiana.

L’uomo di Tod’s continua il suo viaggio nell’essenza dello stile italiano e dell’eleganza moderna, senza nostalgie, e con molta praticità. Decori e dettagli sono funzionali e pensati per dare al guardaroba soluzioni d’uso metropolitano. La matrice dei volumi e delle silhouette sartoriali ricerca materiali dall’eccellente qualità e palette cromatiche versus fantasie che ruotano intorno ai toni caldi, dal marrone al caramello al beige, in contrasto con inserti di grigio e bianco.

Protagonista è la Tod’s Pash Jacket, realizzata utilizzando pellami pregiati e trattamenti realizzati a mano, quali le spazzolature che enfatizzano la materia, le lucidature che danno tridimensionalità e le spalmature. Anche la Shirt Jacket sceglie camoscio mano tessuto o nappa morbidissima, la medesima dei giubbotti da città e delle giacche da avventura o i bomber, in finiture più ruvide. L’iconico stivaletto retrò torna al centro del look valorizzato dal contrasto del camoscio e tessuto impunturato e dalla suola impunturata a mano. Un altro accessorio curioso, la cintura Tod’s Greca Belt, è stata creata in tessuto elastico e colorato o a righe, con la chiusura in cuoio senza fibbia in metallo, nuovo passepartout dell’eleganza non troppo formale.

L’intimo comfort, l’avvolgenza tattile dei filati pregiati e le creative lavorazioni geometriche ed artistiche traducono i pezzi iconici del mondo Missoni con un nuovo twist contemporaneo. Il cardigan ne è una sintesi immancabile, a ogni stagione, cambiando fantasie, zig zag, motivi Syline e, finalmente, già richiestissimo, in versione gran sera.

La firma signature del savoir faire artigiano si ritrova nelle varianti emozionali del cappotto, nei windbreaker, nelle giacca-camicia, nei blazer e nei pullover e v-neck.

Le silhouette fluide e al contempo disciplinate aggiungono pantaloni e denim e piumini e giacche sportive reversibili.

Eleventy punta sul college stile rivisto in modalità chic, curando meticolosamente la ricerca pregiata materica e l’eleganza di tonalità pastello e bianco nuvola.

Molti capi sono capi bi-materici o reversibili, dall’iconico gilet creato in diversi tessuti al bomber in cashmere e lana. Tra le novità della stagione, una rivisitazione del blazer e le felpe in maglia (cashmere, seta e alpaca) pensate da indossare sotto le giacche o da sole,

Gli accessori sono stati pensati appositamente per le necessità dell’uomo Eleventy, che è anche un viaggiatore: una pratica combinazione di trolley e zaino, la briefcase in stampa cervo con porta carte e porta passaporto e il borsone weekend.

Lardini debutta in calendario per la prima volta alla Milano Moda Uomo con la collezione «Evolving Elegance», vista presso la suggestiva location di Palazzo Mezzanotte.

«Sono passati 43 anni dall’inizio della nostra attività e ora siamo preparati ai cambiamenti di strategia» afferma Andrea Lardini, ceo dell’azienda, spiegando che la scelta di essere nel calendario della Camera Nazionale della Moda è una conferma dell’evoluzione del brand che da sempre si è preso il lusso di cercare di dare un altro ruolo alla sartoria

Da un lato ci sono i cappotti di derivazione militare con revers in contrasto, pantaloni dal profilo scarno, giacche dalle proporzioni corte; dall’altro il trionfo del coordinato, abito-cravatta- cappotto nello stesso tessuto, morbidi e fluidi, essenziale sport chic.

I pantaloni accorciati, il giubbotto con cappuccio, il cappotto dall’allure rilassata e la maglieria rivelano una possibilità combinatoria di styling, da quello più elegante alle esigenze urban-street.

«Il brand Lardini è in profonda evoluzione» spiega Luigi Lardini, direttore creativo. «Con nuovi progetti sia in termini di collezione che d’immagine, per avvicinarci di più ad un consumatore giovane e attratto dall’esclusività, al passo con quello che il mercato richiede».

Altro marchio heritage sartoriale, Latorre continua la sua crescita ed espansione alla ricerca di nuovi stili e fonti d’ispirazione. Questa collezione prende spunto dalla Grande Mela e da tessuti che danno performance anti acqua e anti piega.

Wall Street, Central Park, Little Italy e Times Square, quattro zone della metropoli ad ispirare i quattro macro temi dello stile, quello per il mondo dell’alta finanza, il fit più rilassato dell’outdoor, gli abiti dai toni vivaci e poi i completi adatti ai grandi eventi.

La speciale capsule etichetta Pino Lerario si declina sulle tonalità nero e petrolio, su una vestibilità elegante, costruita e curata nel dettaglio, proprio il guardaroba che disegna e sceglie di indossare. Il dialogo con la main collection Tagliatore, fatta di capi sartoria destrutturati, denim e pantaloni daily, cappotti di media lunghezza, ha invece il logo delle quattro T iconiche. Entrambe vantano tessuti e colori in esclusiva, prodotti per la Maison, e finiture uniche, come i bottoni couture.

La definizione di mascolinità per Canali è tutt’altro che univoca, avendo acquisito una pluralità di sfumature e sentimenti che ha cambiato in modo permanente il modo in cui gli uomini affrontano l’atto quotidiano di vestirsi. La nuova silhouette è morbida e rilassata, di giorno e di sera, prediligendo un’allure più elegante o più sportiva e grafica, secondo le occasioni. Il know-how sartoriale risplende nei look double, realizzati a mano con una tecnica estremamente complessa che dà vita a capi sfoderati, con cuciture invisibili, ampliano le possibilità di utilizzo.

Per la seconda collaborazione con Corneliani, Paul Surridge porta avanti la visione di uno stile elevato e disinvolto, fondato sui codici primari dell’eleganza pura, dell’autenticità e del comfort. Il risultato è una selezione mirata di capi essenziali come la proposta Circle adeguata ai diversi ritmi e scenari della contemporaneità e di come l’uomo vive e si muove nei capi che indossa.

Lo stilista ed ex street artist Luca Larenza punta sulla matericità e la vestibilità confortevole per i suoi capi dal mood rilassato con al centro la maglieria: cardigan e pullover (extra fini o filati in trecce e coste), overshirt e capotti e l’ultima nata, la collezione homewear, ispirata ai pattern delle collezioni moda.

La doppia fibbia di Santoni diventa il fil rouge dell’intera collezione di calzature che si esprime attraverso il colore. Mocassini, stivaletti e sneakers, pensati per i fan di sempre ed anche per le nuove generazioni.

L’idea dell’Armageddon di questo momento in cui siamo sospesi nell’incertezza esamina gli opposti apparenti nella collezione di Jordanluca, marchio fondato nel 2019 da Jordan Bowen e Luca Marchetto.

Fondendo il patrimonio italiano con la cruda intensità di Londra, il duo rivisita i capi del guardaroba in chiave ironica. Un esempio? La semplice felpa con cappuccio viene capovolta e stampata con luminose fate digitali, il camouflage militare viene rivisitato in un rosa acceso per trasmettere ottimismo e i dolcevita in materiale elasticizzato sono stampati con piccoli quadratini che imitano gli schermi dei telefoni.

Charles Jeffrey Loverboy è un’altra forza creativa di un marchio con sede a Londra, divenuto potenza internazionale della moda, presente in oltre 90 negozi in tutto il mondo.

Il filone onirico e folcloristico della storia scozzese e le scene musicali londinesi sono le principali fonti di ispirazione di una produzione radicale che fa indossare i suoi abiti a chiunque e in modo immaginabile.

Anche i capi di Magliano si intersecano e trasformano il modo di usare queste ibride e dinamiche proposte: giacche con asole e tasche modulabili, capi outdoor drappeggiati, coperte militari trasformate in vestaglie e ex maglioni di cashmere ricondizionati.

Il denim e l’utility wear omaggiano il mondo del lavoro che prosegue nell’accessorio, con la collaborazione con U-power, leader nella produzione di calzature antinfortunistiche.

Dalla Cina, sfila Shangahi Tang che dedica proprio agli elementi di sorpresa e giocosità del capodanno cinese le due nuove creazioni sartoriali. Il nastro, emblema celebrativo, compare in tutta la collezione sotto forma di sciarpe, cravatte o modelli di maglieria.

I tradizionali bottoni cinesi, sbottonati oppure riproposti con tocchi di colore, rimandano alle formalità pezzi ricamati su silhouette rilassate o sul tradizionale abito cinese Tang.

Dhruv Kapoor, altro marchio di matrice orientale, lascia agli ospiti di Milano Moda Uomo un delicato e sensibile esempio dell’alchimia fra oriente e occidente. Una giustapposizione di mentalità ai poli opposti che trovano la loro sincronia attraverso abbinamenti inusuali, un vibrante mix di colori e motivi, un incontro fra tradizione e tecnologia. Con un audace gioco di tagli e proporzioni e tessuti in parte riciclati e in parte recuperati, lavorati a mano da artigiani indiani.

Due le collaborazioni attive, una con il produttore di scarpe italiano Marsèll, l’altra con Godzilla, produzione cinematografica che regala stampe dalla forte personalità.


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