Milano saluta la moda e guarda al futuro col sorriso

In bilico tra passato e futuro. Si conclude così la Milano Fashion Week. Per la prima volta in un anno e mezzo, infatti, dei 173 appuntamenti in calendario la maggior parte (125) sono stati in presenza con 42 sfilate dal vivo e 23 digitali. «Una straordinaria iniezione di creatività, energia e apertura verso il mondo» come dichiarato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala.

Presenti i grandi nomi della moda, prima tra tutti la direttrice di Vogue Anna Wintour, ma anche personaggi da ogni parte del globo da Dua Lipa a BM del gruppo k-pop Kard, passando per Naomi Campbell, Kate Moss e Shalom Harlow. Passato e futuro insieme per l’appunto. Le icone che hanno fatto la storia degli anni Novanta e i preferiti dalla Generazione Z.

La Settimana della moda milanese si è così trasformata in una celebrazione. E il quinto giorno non è certo stato da meno, nonostante il clima non troppo clemente. Ha aperto la giornata la giovane stilista Francesca Liberatore. Per presentare la sua collezione primavera estate 2022, la stilista ha scelto le sale del vecchio cinema Odeon (oggi The Space Milano) per dare vita a una sfilata-performance dove gli ologrammi delle modelle sfilavano nella lobby di fronte ai passanti e al pubblico rimasto all’esterno. Francesca – grande protagonista di AltaRoma – ha raccontato di essersi ispirata dalle quattro sculture che ornano gli angoli della chiesa sconsacrata di San Michele di Ferrara, acquisita quest’anno dalla famiglia Liberatore per farne un centro culturale. Il leone, l’aquila , il toro e l’angelo vengono così declinati su abiti drappeggiati in organza e tulle, mentre le tinte iridescenti danno ai capi una nuova leggerezza.

Si prosegue con Luisa Spagnoli. La sua idea di libertà si traduce in una moderna Calamity Jane che si muove seducente in un’affascinante corte in stile New Mexico all’interno dello storico Palazzo Isimbardi. Suggestioni mediterranee si fondono così con elementi dell’ecosistema desertico in una celebrazione dell’heritage italiano che si apre a ispirazioni e atmosfere internazionali. I volumi sono ariosi e rilassati, come a interpretare una nuova esigenza delle donne di fuggire da ogni costrizione.

È poi il turno di Laura Biagiotti. La sfilata – in scena al museo MAXXI – ci porta nel futuro anticipando cambiamenti, stati d’animo e innovazione di una donna che si evolve nei ritmi della contemporaneità. Nella nuova collezione Biagiotti troviamo tracce di Futurismo, che è parte del dna della cultura della maison – come le stampe che riproducono il Bozzetto per sciarpa con linee andamentali del 1930 di Giacomo Balla. Anche l’iconica LB Bag diventa “art-à-porter” e riproduce le opere di Balla e le stampe degli archivi, mentre i foulard di seta, indossati annodati sui capelli, segnano il ritorno dell’accessorio più femminile. Protagonista anche la maglieria che coniuga arte e artigianato, punti innovativi e lavorazioni sapienti fatte a mano. «Le sollecitazioni futuriste suggeriscono di volgere lo sguardo avanti, atteggiamento più che mai necessario in uno scenario di pandemia globale quale quello che ha segnato in maniera indelebile l’umanità all’inizio degli anni Venti del Terzo Millennio» ha raccontato Lavinia Biagiotti Cigna.

Il viaggio nel futuro continua con Annakiki e la sua nuova collezione «Quasar». Tutti i capi portati in passerella dalla fondatrice e direttrice creativa Anna Yang si ispirano all’universo e agli astri e ne riprendono le silhouette stereoscopiche 3D: le maniche sono progettate con linee artistiche, retrò e geometriche per creare un senso di movimento e ricordano un visitatore alieno o un terrestre che arriva dal futuro.

Onitsuka Tiger ci porta invece fino a Tokyo grazie al regista Hideto Hotta. Il “potere della Tigre” – simbolo del marchio – diventa leitmotiv della collezione disegnata da Andrea Pompilio (non a caso il 2022 sarà l’anno della Tigre in Oriente, ndr) e si declina in capi versatili che attingono dall’heritage del brand reinterpretandolo in chiave contemporanea. Le stampe tigrate dell’abbigliamento, del beachwear e delle borse trovano eco in calzature dal design audace, spaziando da sandali iconici alle classiche sneakers alte. Quello di Onitsuka Tiger è un nuovo lusso, che fonde perfettamente lo sport e le ultime tecnologie in una ricerca del comfort perfetto.

Per la prossima primavera estate gli stilisti Dean e Dan Caten mettono in scena «Fairytale Grunge», riportando in passerella l’indie degli anni Novanta. In una gigantesca struttura industriale abbandonata e piena di graffiti che lascia poi spazio a una vegetazione selvaggia, l’uomo e la donna Dsquared2 diventano adolescenti alle prese, per la prima volta, con l’universo moda. «È trasandato, sgangherato, freddo, frivolo, libero e quant’altro. Ma è grunge di lusso» hanno spiegato i due stilisti. I giovani modelli percorrono la passerella digitale con ali da fata, mescolando stampe floreali e denim patchwork, mentre la donna gioca con le trasparenze degli abiti babydoll da abbinare ai classici anfibi neri.

La collezione «Ease on the shore» di Emilio Pucci si muove invece in un’atmosfera eterea, quasi irreale, dove le modelle portano sprazzi di colore, grazie alle stampe che hanno reso celebre il marchio – interpretate secondo l’idea del foulard di seta piegato per diventare capo d’abbigliamento – ma anche a capi monocromatici dalla silhouette dinamica, da abbinare ad accessori di piume. Dopo il successo delle calzature in tulle create in collaborazione con Tomo Koizumi (e che vedremo ai piedi dell’icona di stile Carrie Bradshaw nella nuova serie di Sex and the City), i sandali si vestono di leggerissime e fluttuanti piume che vibrano a ogni passo.

Al termine della giornata sfila il patchwork creativo di Pier Louis Mascia, che nella sua collezione rende omaggio al poema di Arthur RimabudSensasion – attraverso un film girato a Tolosa. Protagonista l’outerwear, dal bomber al caftano passando per la giacca sahariana e il kimono, tutti arricchiti da dettagli preziosi e lavorazioni artigianali. Conclude invece il calendario sfilate Alexandra Moura con il suo streetstyle contemporaneo che immagina look che spaziano da morbidi abiti da giorno a completi giacca e gonna felpati, resi femminili da studiati oblò sulle scollature e dai pantoni rosa e blu.

Ma la Milano Fashion Week di quest’anno ci regala anche una sorpresa inaspettata. La tanto chiacchierata collaborazione tra due maison storiche come Fendi e Versace c’è stata. In una sfilata “segreta” in via Gesù, con solo una manciata di ospiti selezionati, le due maison si sono scambiate i ruoli e hanno immaginato l’una la collezione dell’altra.

Un’altra festa esclusiva è stata quella per celebrare i cinquant’anni di attività di Chiara Boni. Nella cornice dei Bagni Misteriosi, la stilista che ha esordito nella moda con la “petite robe” ha ripercorso una carriera all’insegna della femminilità inclusiva. Durante l’evento, la Boni ha anche lanciato un messaggio sulle donne afghane: «Credo che la moda dovrebbe occuparsi di chi oggi non si può proprio vestire, come le donne afghane, e non serve mandare un burqa in passerella, bisogna fare qualcosa di concreto, dovremmo metterci insieme e pensare a qualcosa di reale. Sulle donne afghane purtroppo c’è un silenzio assordante, che mi fa effetto».

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