Miriam Leone, Virna Lisi aprì un varco per tutte noi

 “Una grandissima ispirazione.
    Un’icona e una leggenda del nostro cinema, in Italia e nel mondo. Una donna di un talento mai gridato, ma molto chiaro, elegante, che ha scelto la carriera e la famiglia insieme”. Così Miriam Leone ricorda Virna Lisi (8 novembre 1936 -18 dicembre 2014), la diva del cinema italiano scomparsa dieci anni fa, musa di Mattioli, Corbucci, Risi e Monicelli, l’attrice premiatissima (dai quattro David di Donatello al Cesar e poi Cannes) che seppe anche dire “no” a Hollywood, alla quale oggi è idealmente accostata con il Premio Virna Lisi 2024, il riconoscimento, organizzato e prodotto dalla Fondazione guidata dal figlio di Virna Lisi, Corrado Pesci, con la moglie Veronica, che ogni anno festeggia il talento femminile, consegnato ieri sera al Teatro dell’Opera di Roma.
    “Virna Lisi ha fatto tanto per noi attrici”, racconta Miriam Leone, che a inizio 2025 tornerà su Rai1 protagonista di Miss Fallaci, la serie dedicata alla grande giornalista. “Ha lavorato sempre, fino alla fine, portando in scena le tante età e i diversi momenti di essere una donna. E così ha aperto così un varco per tutte noi che facciamo il suo mestiere. Questo mi affascina molto. Vediamo come sarà il mio percorso – sorride – Il suo rimarrà per sempre”.
    Realizzata con il sostegno e la collaborazione di Siae, questa edizione si è arricchita anche di un Premio speciale decennale andato a Cristina Comencini, la regista che per tre volte diresse Virna Lisi da Va’ dove ti porta il cuore (1996) tratto dal best seller di Susanna Tamaro, a Il più bel giorno della mia vita (2002) e Latin Lover (2015).
    “Credo anche per lei questi tre film siano stati importanti – riflette oggi Cristina Comencini – Virna andava dritta al cuore delle cose che raccontava. Per questo la gente, anche le donne, la amavano. Sul set? arriva a sempre per prima – risponde – Era sempre molto seria, preparata. Non amava i sentimentalismi, ma poi quando Marisa Paredes (con lei in Latin Lover ndr) stette male, andava tutti i giorni a vedere come andava. Era semplice, una diva semplice. Latin lover fu il suo ultimo film. Non lo vide mai. Oggi mi manca sempre. Ogni volta che faccio un cast la cerco con gli occhi tra la gente”.
    “Quando scomparve mia madre aveva le spalle sessant’anni di carriera – racconta all’ANSA il figlio Corrado Pesci – A renderla unica era l’amore per il pubblico e la professionalità.
    Studiava tantissimo. A Roma abbiamo ancora il suo studio pieno dei copioni segnati con la matita rossa e blu. Mi diceva sempre che sul set doveva arrivare molto preparata perché c’erano decine, centinaia di persone che stavano lavorando, magari dalle quattro di mattina, per girare quella scena con quella luce e lei non poteva deluderle. Ecco, con la Fondazione e il Premio vorremmo trasmettere questi suoi valori. Vorremmo restaurare le pellicole dei suoi film che si stanno rovinando, ma anche creare delle borse di studio perché mamma credeva moltissimo nei giovani e nel futuro del cinema. E poi c’è la mostra a lei dedicata, Diva e antidiva, che dopo il debutto a Jesi porteremo in giro per l’Italia”.
    Il Premio Virna Lisi alla giovane attrice rivelazione 2024 è andato invece a Celeste Dalla Porta, lanciata da Paolo Sorrentino in Parthenope; il Premio decennale Siae per la musica a Giuliano Sangiorgi; il Premio speciale al film campione d’incassi a Il ragazzo dai pantaloni rosa diretto da Margherita Ferri interpretato da Samuele Carrino; e il Premio speciale Virna Lisi Teatro dell’Opera di Roma alla soprano Eleonora Buratto, in scena al Teatro Costanzi fino al 5 dicembre nel Simon Boccanegra di Verdi. 
   

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