domenica, 24 Novembre 2024
Missili e laser, il futuro della nostra Difesa antimissile
Il futuro caccia di sesta generazione Tempest dovrà essere in grado di abbattere i missili ipersonici che diverse forze armate nel mondo stanno sperimentando. E’ quanto ha affermato il nostro capo di stato maggiore, generale Enzo Vecciarelli, durante un seminario riguardante la difesa missilistica tenutosi a Roma il 9 aprile a cura dell’Istituto Affari Internazionali (Iai), dal titolo La difesa missilistica, l’Europa e l’Italia. Il capo dei nostri militari ha anche ipotizzato che tali capacità dovranno essere raggiunte utilizzando armi a concentrazione diretta d’energia, ovvero basate sull’impiego di laser. Secondo il nostro più alto ufficiale la tecnologia ipersonica (missili in grado di volare a velocità molte volte superiori a quella del suono), rappresenta un punto di svolta che potrebbe infliggere danni devastanti e per questo motivo ha puntualizzato: “Su Tempest ci sarà una grande quantità di energia disponibile e non escludo l’uso di energia diretta contro missili di ultima generazione, compresi quelli ipersonici”.
Di noto c’è che Leonardo, Bae Systems e Mbda stanno attualmente lavorando insieme per valutare la fattibilità di un’arma laser aerea destinata al nuovo aeroplano che l’Italia sta sviluppando insieme con Regno Unito e Svezia. Questa tuttavia non sarebbe tuttavia l’unica arma in via di progettazione, poiché Mbda insieme con QinetQ e Leonardo starebbero già lavorando dal 2017 su un sistema di difesa navale basato proprio sull’energia concentrata definito Dragonfire e destinato alla Marina militare britannica. In questo caso si tratta di una “torretta laser” presentata qualche anno fa nell’ambito dei saloni internazionali di settore.
La difesa missilistica, l’Europa e l’Italia youtu.be
Il seminario di Roma, organizzato dal think-tank dello Iai, ha coinciso con la pubblicazione di uno studio che invita l’Italia a sostenere gli sforzi europei congiunti esistenti per affrontare la minaccia dei missili ipersonici. Il generale Vecciarelli ha ribadito che prima che le armi laser diventassero una tecnologia possibile, dal novembre 2019 diversi Paesi stavano cominciando a sviluppare il sistema Twister, ovvero una una rete di sensori di preallarme posti nello spazio che dovrebbe operare insieme a un nuovo tipo di missile intercettore capace di muoversi a velocità superiori a Mach 5. Il progetto era infatti tra quelli previsti dall’organizzazione di cooperazione strutturale permanente dell’Unione europea (Pesco). Twister è guidato dalla Francia e include Finlandia, Italia, Olanda e Spagna, mentre la Germania si è unita soltanto lo scorso ottobre in vista di una possibile messa in campo del sistema nel 2030. Durante il seminario romano l’amministratore delegato di Mbda Italia Lorenzo Mariani, ha tuttavia affermato che per riuscire negli intenti è fondamentale cercare di coinvolgere nel progetto anche il Regno Unito.
Il rapporto Iai invita il nostro Paese a mantenere comunque disponibili i finanziamenti per Twister e incoraggia l’Italia a migliorare il collegamento tra governo e industria a favore del programma. Pur sostenendo la necessità di costruire la prossima rete di difesa missilistica attraverso le iniziative dell’Unione europea, il documento riporta che tutta la tecnologia dovrebbe essere infine integrata nell’infrastruttura di difesa missilistica della Nato. L’Italia e in generale le altre nazioni Ue dovrebbero concentrarsi sugli elementi spaziali del sistema, poiché saranno sempre più necessarie costellazioni di satelliti in grado di rilevare nel minor tempo possibile il lancio di missili, operazione fattibile integrando i migliori sensori infrarossi con quelli dei radar. Nel documento si legge che Roma dovrebbe sfruttare meglio la sinergia tra programmi spaziali e di difesa missilistica per completare e migliorare l’attuale sistema Nato Ballistic Missile Defense che ci dovrebbe proteggere da ordigni nucleari, aggiungendo un ulteriore livello e una maggiore sicurezza di funzionamento a un’architettura che oggi fa ancora eccessivo affidamento su un radar basato in Turchia e installato anni fa per contrastare la minaccia missilistica iraniana. Una eventuale avaria a questo sistema porterebbe all’impossibilità di difenderci, dunque Iai ci raccomanda anche di sfruttare la posizione geografica della Penisola per attenuare le criticità che mostriamo in fatto di Difesa, magari proponendo di installare a casa nostra nuovi radar di difesa missilistica della Nato. L’incontro romano si è concluso con l’intervento del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che ha dichiarato: “Il quadro strategico che stiamo vivendo è segnato da forti tensioni geopolitiche e complicato da una crisi pandemica mondiale che ci porta a impegnarci con grande attenzione in relazione alle strategie e alle scelte che siamo chiamati a fare. Questi contrasti hanno prodotto conseguenze anche nel campo della difesa, dove la competizione è presente in tutti i domini operativi, incluso quello spaziale e cibernetico”.