Morte di Halyna Hutchins: cosa sappiamo finora dell’incidente sul set di Rust?

Stiamo leggendo in giro che la pistola che ha ucciso Halyna Hutchins sul set di Rust giovedì era davvero carica. C’è molta confusione su questo dettaglio cruciale del caso che ha visto Alec Baldwin sparare durante le prove di una scena e ferire Hutchins (morta poche ore dopo) e il regista Joel Souza. I media americani, fonti come Santa Fe Reporter, Los Angeles Times e Deadline, parlano di “live rounds”. Alcuni siti italiani hanno tradotto l’espressione dicendo che la pistola era realmente carica. La confusione nasce dal fatto che, all’interno dell’industria di Hollywood, il gergo “live rounds” indica qualunque tipo di arma “carica” (a salve) e pronta per essere usata in scena. Ma il termine “live” è utilizzato anche nella deposizione del detective Joel Cano dell’ufficio dello sceriffo di Santa Fe e legalmente ha un senso diverso: indica le pistole caricate con proiettili veri.

Probabilmente ne sapremo di più fra qualche giorno, e potremo così capire se la pistola usata da Baldwin contenesse per errore un proiettile vero. Le cartucce utilizzate sui set hollywoodiani sono generalmente prive del proiettile: servono solo per scatenare la fiammata e generare il “bang” dell’esplosione, magari facendo saltare il bossolo all’esterno nel caso delle armi automatiche (ma qui, essendo un western, parliamo quasi certamente di revolver). Se però, per un tragico errore, la punta della munizione, ovvero il proiettile vero e proprio, non viene rimossa, allora l’arma è potenzialmente letale.

Lo può essere anche nel caso in cui il proiettile sia rimosso, intendiamoci. Se la salva viene caricata con troppa polvere da sparo può avere effetti molto dannosi. Lo stoppino inserito per tenere ferma la polvere da sparo in assenza di proiettile viene espulso, e può fare molto male (come spiega bene Yahoo). E i gas surriscaldati che fuoriescono dalla bocca dell’arma possono essere molto pericolosi per chi è vicino. Non sappiamo, allo stato attuale, quali tra questi scenari si sia svolto sul set di Rust. E l’opzione “arma realmente carica” è ancora sul tavolo.

Indagine interna

Dopo l’incidente, la compagnia di produzione del film, Rust Movie Productions, ha deciso di lanciare un’indagine interna per riesaminare le procedure di sicurezza:

La sicurezza dei nostri cast e troupe sono una priorità per Rust Productions e tutte le persone associate alla compagnia. Per quanto non ci siano stati riportati reclami ufficiali circa la sicurezza delle armi e degli oggetti di scena sul set, condurremo un esame interno delle nostre procedure mentre la produzione è in pausa. Continueremo a collaborare con le autorità di Santa Fe nella loro indagine e offriremo servizi di assistenza psicologica a cast e troupe durante questo momento tragico.

E nel frattempo sono emersi svariati problemi di sicurezza antecedenti al tragico evento di giovedì. Deadline riporta che, persino prima dell’inizio della lavorazione, diversi addetti alle armi avevano rinunciato al lavoro perché preoccupati della combinazione basso budget / molte armi da fuoco sul set. Il Los Angeles Times riporta in dettaglio una diatriba tra produzione e alcuni membri della troupe che ha portato al licenziamento di questi ultimi e alla sostituzione con maestranze non iscritte ai sindacati. Ma prima ricostruiamo quanto si sa dell’incidente.

L’incidente

A quanto è emerso dalle prime testimonianze, Alec Baldwin aveva ricevuto la pistola da un assistente alla regia, che l’aveva estratta da un carrello e consegnata nelle mani dell’attore e produttore dicendo che era una “cold gun”, ovvero un’arma scarica. La scena prevedeva che Baldwin estraesse la pistola dalla fondina. L’attore avrebbe eseguito la manovra una prima volta senza problemi. La seconda volta sarebbe invece partito il colpo letale.

Halyna Hutchins era in piedi davanti a lui, e stava controllando il monitor alle spalle di un operatore piazzato su un dolly. Il regista Joel Souza era invece accucciato alle spalle di Hutchins. Il colpo avrebbe ferito il direttore della fotografia al petto, per poi proseguire e colpire Souza.

I problemi con la troupe

Nelle ore precedenti il fatto, sette membri della troupe di Rust avevano dato le dimissioni per protestare contro le condizioni di lavoro. Tra i problemi sollevati: ritardi nei pagamenti, lo scarso rispetto delle norme anti-Covid e la scarsa sicurezza relativa alle armi da fuoco. Inoltre, a questi operatori era stato promesso che avrebbero potuto dormire a Santa Fe, salvo scoprire che avrebbero dovuto fare la spola ogni giorno da Albuquerque, a 80 km di distanza.

A quanto hanno affermato gli stessi, nei giorni precedenti la tragedia ci sarebbero stati diversi altri incidenti con le armi da fuoco, segnale che i protocolli di sicurezza standard dell’industria non erano fatti davvero rispettare sul set di Rust.

Alle 6.30 del mattino di giovedì, questi stessi operatori erano giunti sul set e avevano iniziato a fare le valigie. Nel frattempo, la produzione li aveva già sostituiti con lavoratori non iscritti al sindacato (IATSE). Un produttore avrebbe anche ordinato ai sette operatori di lasciare il set seduta stante, con la minaccia di chiamare la sicurezza in caso contrario. L’incidente sarebbe avvenuto sei ore dopo.

La persona responsabile delle armi è stata identificata come Hannah Gutierrez Reed, figlia del veterano armaiolo Thell Reed, alle prime esperienze come principale armaiolo di un set. Gutierrez Reed non ha per ora rilasciato dichiarazioni.

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