Morto lo psichiatra Eugenio Borgna

È morto lo psichiatra Eugenio Borgna.
    Aveva 94 anni ed è morto a Borgomanero, in provincia di Novara,
dove era nato nel 1930. Il suo ultimo libro ‘L’ora che non ha
più sorelle’, un saggio sul suicidio femminile, è uscito a
novembre con Einaudi.
    ”Interlinea piange Eugenio Borgna, novarese come noi, – scrive
la casa editrice in una nota – che ci ha seguito fin dai primi
passi donandoci uno dei suoi ultimi libri, Apro l’anima e gli
occhi (da un verso dell’amato Clemente Rebora) dedicato a
coscienza interiore e comunicazione, uscito per il festival
della dignità umana di cui dirigeva il comitato scientifico. Nel
nostro catalogo resta la raccolta più recente sul grande
psichiatra e scrittore, Eugenio Borgna. Curare con la parola,
numero monografico della rivista “Microprovincia” su uno dei
protagonisti e maggiori autori della psichiatria italiana”.
    Ricorda Interlinea che Borgna ”è stato libero docente alla
Clinica delle malattie nervose e mentali dell’Università degli
Studi di Milano ed era primario emerito di Psichiatria
dell’Ospedale Maggiore di Novara, nonché autore di ”libri
bellissimi su temi sempre uguali e sempre diversi,
sull’arcipelago delle emozioni che abitano la nostra vita
interiore – come la nostalgia e i sentimenti di colpa,
l’inquietudine e la disperazione, l’ansia e i rimpianti, le
attese e le speranze, la gioia e la solitudine”, com’è stato
scritto.
    Tra i suoi libri Interlinea: Apri l’anima e gli occhi. Coscienza
interiore e comunicazione; Curare con la parola. Tra i suoi
successi editoriali, Le parole che ci salvano (Einaudi) e La
solitudine dell’anima (Feltrinelli). Sua cifra autorale, che
rifugge dal linguaggio dello specialismo, il costante incontro e
confronto con la grande letteratura, da Proust a Thomas Mann a
Goethe, e la poesia, da Emily Dickinson ad Antonia Pozzi a
Leopardi.
    L’ultimo libro, L’ora che non ha piú sorelle. Sul suicidio
femminile è uscito da poco per Einaudi. L’ora che non ha piú
sorelle è un lavoro sul suicidio femminile in particolare, sulla
sua fenomenologia e sulla sua dimensione umana, perché al giorno
d’oggi ha ancora senso riflettere su questo tema bruciante e
straziante.
   

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