Mosca colpisce l’energia elettrica ucraina per fermare la controffensiva di Kiev

Rischia di precipitare la situazione a Kiev dove a causa dei continui bombardamenti non si esclude più un blackout totale di elettricità, riscaldamento, acqua, e di conseguenza di tutte le comunicazioni. Il sindaco della città Vitaliy Klitschko ha invitato gli abitanti a fare scorte di cibo o a lasciare temporaneamente la città anche si esclude almeno per il momento, la possibilità che sia necessaria un’evacuazione di massa dalla capitale ucraina. Stesso scenario a Kherson dove secondo quanto dichiarato dalle autorità filorusse mancano acqua e luce dopo un attacco avvenuto ieri pomeriggio mentre l’ultima nave con i civili evacuati dalla riva destra del Dnepr, a Kherson, ha raggiunto la riva sinistra del fiume. Kirill Stremousov, vicecapo dell’amministrazione civile-militare della regione controllata dai russi, ha reso noto che i residenti che sono voluti rimanere nella città: «Potranno andarsene d’ora in poi solo con mezzi propri». L’alto ufficiale ha anche precisato che coloro che sono stati evacuati da Kherson: «Verranno trasferiti in Crimea e poi in altre regioni della Russia e sistemati in alloggi temporanei».

Secondo il presidente serbo Aleksandar Vucic che ha parlato con l’agenzia russa Tass la battaglia per Kherson sarà decisiva per la guerra in Ucraina: «Stiamo affrontando la battaglia di Stalingrado, la battaglia decisiva nella guerra in Ucraina, la battaglia per Kherson, in cui entrambe le parti utilizzano migliaia di carri armati, aerei, artiglieria». Secondo Vucic «l’Occidente pensa che in questo modo sarà in grado di distruggere la Russia, la Russia crede che in questo modo sarà in grado di proteggere ciò che ha preso all’inizio della guerra e di porre fine alla guerra. Questo creerà ulteriori problemi ovunque». Intanto nella giornata di ieri il governo di Kiev ha confermato all’agenzia Unian di aver ricevuto «nuovi sistemi di difesa aerea occidentali. Queste armi rafforzeranno in modo significativo l’esercito ucraino e renderanno i nostri cieli più sicuri. Continueremo ad abbattere i bersagli nemici che ci attaccano. Ringraziamo i nostri partner: Norvegia, Spagna e Stati Uniti», ha scritto su Twitter il ministro della Difesa, Oleksiy Reznikov.

Sempre a proposito di armi, secondo Vadim Skibitsky, rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa dell’Ucraina, la Russia durante lo tutto sforzo bellico avrebbe usato l’80% dei suoi missili moderni e nei suoi magazzini resterebbero 120 missili Iskander. Per questo l’alto ufficiale all’Ukrainska Pravda, si è detto convinto che Mosca intende acquistare dall’Iran missili balistici Fateh-110 e Zolfaghar facendoli arrivare via aereo in Crimea e via mare nei porti russi sul Mar Caspio. Ma sul campo cosa succede? Lo chiediamo al Generale di Corpo d’Armata Maurizio Boni: «La strategia di Putin può essere riassunta nel passaggio alla difesa strategica su tutti i fronti, con la possibilità di attacchi diversivi e offensive tattiche locali per migliorare le posizioni difensive della Russia. Mosca intende costruire una linea di difesa solida e duratura nei territori che ha occupato al fine di scongiurare ulteriori successi delle forze armate ucraine con ulteriori cambiamenti nei nuovi confini. La priorità, infatti, è quella di garantire che l’area controllata dagli invasori rimanga maggiore di quanto non fosse il 23 febbraio, prima che l’invasione fosse lanciata, e che i confini del 2015-2015 non vengano intaccati. In tale contesto, Putin nella conferenza stampa a margine dell’incontro con Erdogan ad Altana (Kazakistan) del 13 ottobre 2022 ha indicato anche un’altra priorità: preservare un corridoio terrestre russo verso la Crimea lungo la riva del Mar d’Azov e lungo la riva sinistra del fiume Dnepr, per garantire che Kiev non controlli più l’approvvigionamento idrico della penisola di Crimea. In altre parole, la Russia mira a porre fine agli intensi combattimenti prima dell’arrivo dell’inverno, congelando efficacemente il conflitto e mantenendo le conquiste territoriali che ha fatto finora. Questo è tutto ciò che è possibile fare in questo momento. Anche gli attacchi condotti alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina servono a rallentare l’offensiva poiché il blocco del sistema energetico penalizza anche le capacità logistiche e industriali di Kiev di sostenere lo sforzo bellico».

Sul fronte diplomatico il Cremlino dovrebbe annunciare a breve se il presidente Vladimir Putin parteciperà al vertice del G20, in programma il 15 e 16 novembre a Bali (Indonesia), mentre ieri il premier britannico Rishi Sunak e il Presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni, a margine della Cop27 che si svolge a Sharm el Sheikh (Egitto) «Hanno concordato di continuare una forte azione di sostegno all’Ucraina e di ritenere la Russia responsabile delle sue azioni». Questo è quanto si legge nella nota stampa diffusa da Downing Street. Sempre nella giornata di ieri il presidente finlandese Sauli Niinisto, durante un convegno sulla Difesa nazionale, ha precisato che «la Finlandia non ha intenzione di avere armi nucleari sul proprio territorio una volta che sarà diventata membro della Nato». Un primo distinguo che a molti non piacerà.

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