Mosca ordina ai civili di lasciare Kherson. La caduta pare vicina

Si fa sempre più difficile per i russi mantenere il controllo della città strategica di Kherson. Qui già nel mese di agosto, i russi erano stati costretti ad una progressiva ritirata (oltre 20 km), e la nuova controffensiva ha allarmato Vladimir Saldo Il governatore filorusso locale che su Telegram ha così commentato : «Ogni giorno le città della regione sono soggette ad attacchi missilistici, e per questo motivo abbiamo suggerito a tutti i residenti, se lo desiderano, di andare in altre regioni della Russia al confine, come Crimea, Rostov, Krasnodar e Stavropol» che ha anche lanciato un appello un appello a Mosca affinché il governo si attivi per l’evacuazione dei civili. Successivamente il suo vice, Kirill Stremousov ha precisato che: «non si è trattato di un appello all’evacuazione e che non c’era motivo di panico. Nessuno ha in programma di ritirare le truppe russe dalla regione di Kherson». In ogni caso da Mosca è arrivata la disponibilità immediata: «Il governo ha deciso di organizzare l’assistenza per la partenza degli abitanti della regione verso altre regioni del Paese» così il vice primo ministro Khusnullin, inviato speciale per la Russia meridionale e la Crimea che di fatto conferma che per i russi la situazione si fa sempre più difficile.

Secondo l’aggiornamento quotidiano dell’intelligence inglese nel resto del paese l’armata di Putin ha tenuto la pressione anche sugli altri fronti, come Kiev e Leopoli, sperando di rallentare la controffensiva del nemico nel sud. Secondo il report di Londra, i filorussi si starebbero preparando al combattere anche a Kiev.

In ogni caso la ritirata completa da Kherson sarebbe un l’ennesimo duro colpo per l’esercito di Putin, perché questo limiterebbe l’accesso alla Crimea, aumentando le speranze degli ucraini di riprendersi tutta la penisola, che Vladimir Putin considera assolutamente irrinunciabile. Mentre scriviamo sui social network sta girando una telefonata intercettata di un soldati russi: «L’intera linea del fronte si sta ritirando. L’artiglieria ucraina ci sta sterminando, i nostri abbandonano tutto e scappano». In un’altra conversazione tra un soldato russo a Irkutsk e uno impiegato al fronte al sud c’è tutta la disperazione di questi giovani russi mandati allo sbaraglio: «Non c’è logistica, non c’è niente. Gli ucraini ci stanno distruggendo. Carri armati, missili grad, “Uragans”, elicotteri, mortai, howitzer, sparano qualunque cosa». Mente scriviamo si stanno diffondendo notizie secondi le quali sarebbero in corso esecuzioni sommarie di ufficiali russi che si rifiutano di combattere o che si arrendono sventolando la bandiera bianca sui loro mezzi.

Tutto questo che, dopo i referendum farsa di alcune settimane fa sarebbe secondo il Cremlino, «territorio russo» ma che invece km dopo km Kiev si sta riprendendo.

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