Nel Fuori concorso in campo autori da Burton a Bellocchio

In questa edizione extra-large
dell’81/ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sono
oltre misura anche i Fuori concorso divisi in tre distinte
sezioni: ‘fiction’, ‘non fiction’ e ‘serie’.
    Per quanto riguarda la sola sezione ‘fiction’ troviamo dodici
film ad alta concentrazione autoriale: si va da Bellocchio a
Lelouch, da Tim Burton a Pupi Avati e Takeshi Kitano.
    Ecco intanto gli italiani, partendo dal film di chiusura,
l’horror-gotico ‘L’orto americano’ di Pupi Avati. Ci troviamo a
Bologna, ai tempi della Liberazione, un giovane problematico con
aspirazioni letterarie si innamora al primo sguardo di una
bellissima nurse dell’esercito americano. L’anno dopo il
ragazzo andrà nel Mid West ad abitare in una casa contigua a
quella della sua amata, separata solo da un orto. Siamo insomma
dentro un romanzo gotico come è appunto il libro omonimo di
Avati (Solferino editore) da cui deriva il film girato tutto in
b/n.
    Sempre dall’Italia c’è poi il rarefatto ‘Allégorie citadine’ di
Alice Rohrwacher e l’artista francese JR che per la seconda
volta collabora con la regista. L’idea è nata in seguito allo
spettacolo Retour à la caverne, commissionato a JR dall’Opera
National de Paris per celebrare il rinnovo del Palais Garnier.
    Spettacolo e film sono una variazione molto libera sul tema
della caverna di Platone.
    Arriva poi ‘Il tempo che ci vuole’ di Francesca Comencini,
racconto molto personale ed intimo di alcuni momenti trascorsi
dalla regista con suo padre Luigi, uomo giusto, autore di Le
avventure di Pinocchio e Pane amore e fantasia. E questo in un
periodo storico preciso: gli anni di piombo, quelli delle lotte
politiche, delle stragi, delle rivoluzioni sociali, della
comparsa dell’eroina che stravolse la vita di generazioni
perdute.
    Infine dal nostro Paese, ‘Se posso permettermi – Capitolo II’
di Marco Bellocchio realizzato nell’ambito del corso di alta
formazione cinematografica Bottega XNL – Fare Cinema 2023 e
seguito del cortometraggio omonimo realizzato nel 2019 dal
regista con i suoi allievi a Bobbio.
    Il protagonista Fausto, una sorta di moderno Oblomov, osserva
sfilare un paradossale corteo di visitatori: il mellifluo
parroco del paese; un uomo misterioso con la sua assurda idea di
business a tema fantasmi; il capitano dei Carabinieri che gli
propone un matrimonio riparatore con la propria figlia, rimasta
incinta di uno sconosciuto. Infine, a tarda notte, una coppia di
ladri che entra in casa.
    Fuori concorso c’è poi ‘Finalement’ di Claude Lelouch, “film
ricchissimo e testamentario, summa estetica del suo cinema:
divertente, commovente, emozionante, ammiccante”, così Barbera
in conferenza stampa.
    Protagonista Lino, avvocato di successo che sembra avere una
vita perfetta, carriera brillante e bella famiglia. Dopo un
problema di salute perde però il suo equilibrio mentale e inizia
ad avere un comportamento ingestibile.
   

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