Nessun caso di aviaria da uomo a uomo, 6 cose da sapere

Al momento non c’è nessuna conferma
della possibilità di una trasmissione da uomo a uomo dei virus
aviari, e non sono stati riportati casi nell’uomo nell’Unione
Europea. E’ una delle sei ‘cose da sapere’ sull’aviaria,
descritte dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che in una
pagina faq pubblicata sul suo sito, ricorda che la maggior parte
dei virus aviari sono relativamente innocui per l’uomo, “tuttavia qualche ceppo virale può presentare mutazioni che
aumentano il potenziale di infettare altre specie, compreso
l’uomo”. I casi umani, ricorda l’Iss, possono peraltro essere
asintomatici o con sintomi lievi. Secondo l’Ecdc (il Centro
Europeo per il Controllo delle Malattie, ndr), “ad oggi il
rischio infezione per la popolazione generale è basso e può
diventare moderato solo per i lavoratori o altro personale
esposto in un allevamento in cui siano presenti casi
confermati”.
    L’Iss, rispondendo a una domanda su ‘cos’è l’aviaria’,
spiega poi che l’infezione si registra principalmente negli
uccelli selvatici, soprattutto acquatici, veicolo principale per
la diffusione della malattia agli animali di allevamento come
bovini e agli animali da compagnia, in particolare i gatti. Il
virus può essere trasmesso sporadicamente all’uomo. L’aviaria ha
fatto parlare di sè negli ultimi mesi soprattutto per i focolai
nei bovini negli Usa, e per il decesso di una persona in
Luisiana. Al momento in Italia non si segnalano infezioni in
allevamenti di bovini, mentre, come accade ormai da diversi
anni, ci sono stati focolai in allevamenti di volatili
analogamente ad altri paesi europei.
    Nel capitolo sorveglianza, l’Iss ricorda che è affidata ai
servizi veterinari. La sorveglianza della circolazione dei virus
dell’influenza nell’uomo è coordinata dall’Iss e viene
effettuata attraverso la rete RespiVirNet che si basa su medici
e pediatri sentinella e che monitora l’andamento delle sindromi
simil influenzali (ILI) causate da influenza e da altri virus
respiratori sul territorio italiano.
    In Europa, è la risposta a una delle sei domande, la
Commissione Ue monitora la situazione dell’influenza aviaria
insieme all’ European Centre of Disease Prevention and Control
(Ecdc), alla European Food Safety Authority (Efsa) e
all’European Reference Laboratory (Eurl) for Avian Influenza.
    Quanto alle modalità di trasmissione dell’aviria, secondo
l’Efsa, aggiunge l’istituto, “non c’è nessuna evidenza che
l’influenza aviaria possa essere trasmessa all’uomo mediante
consumo di carne contaminata e la principale via di trasmissione
è per l’inalazione di particelle solide o liquide contaminate
dal virus”. Infine per i gatti o i cani non possono essere
esclusi i rischi di infezione: meglio quindi evitare il contatto
con uccelli selvatici, in vita o deceduti, ed evitare di
alimentarli con carne cruda o altri prodotti provenienti da
allevamenti non controllati durante i periodi di circolazione
virale.
   

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