lunedì, 21 Aprile 2025
No Other Land, il documentario torna in sala dopo l’Oscar

No Other Land, il film di un
collettivo israelo-palestinese sulla distruzione di un villaggio
in Cisgiordania che ha vinto l’Oscar per il miglior documentario
torna nelle sale italiane il 6 marzo distribuito da Wanted
Cinema, in versione originale sottotitolata in italiano in una
nuova edizione con contenuti speciali inediti. Il film ha già
conquistato il Premio per il Miglior Documentario e il Premio
del Pubblico alla Berlinale 2024 e il Premio come Miglior
Documentario agli European Film Awards 2024.
No Other Land, scritto, diretto, prodotto e montato da Basel
Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor e Hamdan Ballal, sarà
prossimamente disponibile in esclusiva su Mubi. Un’opera intensa
e profondamente umana, racconta la lotta di Basel Adra, giovane
attivista palestinese di Masafer Yatta, insediamento rurale
della Cisgiordania, contro l’espulsione forzata della sua
comunità da parte dell’esercito israeliano. Sin dall’infanzia,
Basel assiste alla progressiva distruzione del suo villaggio e
inizia a documentarla con la sua videocamera: ogni volta che i
carri armati e le ruspe avanzano, ogni volta che le case vengono
rase al suolo, lui è lì, testimone di quello che è considerato
il più grande sfollamento forzato mai avvenuto nella
Cisgiordania occupata. Nel suo percorso incontra Yuval Abraham,
giovane giornalista israeliano che sceglie di unirsi alla sua
battaglia. Per oltre cinque anni, i due collaborano per
documentare le violenze e le ingiustizie, settimana dopo
settimana, mese dopo mese.
Il loro legame, però, è segnato da una profonda
disuguaglianza: Basel vive sotto un’occupazione militare
brutale, mentre Yuval, da israeliano, gode di libertà e diritti
che all’amico sono negati. Ciò che nasce come una collaborazione
diventa un’amicizia solida, alimentata dall’urgenza di
raccontare e denunciare. Il documentario, frutto del lavoro di
un collettivo palestinese-israeliano, è stato realizzato con
mezzi minimi e senza una produzione alle spalle, nei momenti più
difficili per Basel e la sua comunità. Un’opera nata come
resistenza creativa all’apartheid e atto di lotta per la
giustizia e l’uguaglianza, che ha portato inaspettatamente i
suoi autori a diventare tra i cineasti più premiati e acclamati
del 2024.
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