Nuovo monoclonale contro virus sinciziale, ok Ue nel 2023

(ANSA) – ROMA, 10 NOV – Dovrebbe ricevere il via libera in
Europa nel 2023 il primo anticorpo monoclonale di nuova
generazione in grado di proteggere tutti i neonati dal virus
respiratorio sinciziale, attraverso una profilassi in grado di
abbattere drasticamente il rischio di ricovero. A spiegare
all’ANSA il funzionamento e i risultati di questa terapia
preventiva è Mario Merlo, general manager di Sanofi Pasteur, a
margine della premiazione di #PerchéSì, l’iniziativa volta a
promuovere le vaccinazioni dimenticate.
    Il virus respiratorio sinciziale è un patogeno molto diffuso
nei mesi freddi e che può essere molto pericoloso per i neonati
e i bambini piccoli, nei quali può portare un alto rischio di
ricovero per insufficienza respiratoria e disidratazione.
    Inoltre, le ospedalizzazioni per questo virus riguardano, nel
93% dei casi, bimbi senza particolari fattori di rischio, come
la prematurità. Il recente decesso di due neonati in Italia e la
storia su Instagram pubblicata da Fedez e Chiara Ferragni dopo
il ricovero della figlia, ha portato all’attenzione un problema
nei confronti del quale i pediatri hanno lanciato l’allarmi,
soprattutto in vista del prossimo inverno.
    “Nello studio di fase 2, l’anticorpo monoclonale – sottolinea
Merlo – ha mostrato una protezione del 78% dal rischio di
ospedalizzazione, in base ai risultati pubblicati sulla rivista
scientifica New England Journal of medicine (NEJM). Si è appena
concluso lo studio di fase 3, condotto su circa 3.000 neonati,
che ha confrontato il farmaco con placebo e ha confermato i
risultati. I dati saranno sottoposti all’Agenzia Europea dei
Medicinali (Ema) nel 2023. Se tutto va bene, per il 2024
potrebbe essere autorizzato e disponibile in Italia”. Esiste
oggi in Italia un monoclonale somministrabile in 5 dosi solo ai
nati molto prematuri. “Il nuovo anticorpo – spiega Francesca
Trippi, direttore medico Sanofi Pasteur) – oltre a essere
monodose, è stato studiato su tutta la popolazione pediatrica
sotto i 12 mesi di vita, perché si è visto che ricoveri per
virus sinciziale riguardano in larga parte anche bimbi sani,
senza fattori di rischio”. (ANSA).
   

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