Oncologi, “l’alcol è un rischio ma non il più rilevante”

“Non è uno scoop che l’alcol sia
associato allo sviluppo del cancro: è un fattore di rischio e
non esiste dose sicura. Quello che forse rappresenta una notizia
è che qualcuno chieda che si applichino anche sull’alcol delle
modalità di comunicazione sulla pericolosità che ad oggi sono
sostanzialmente riservate al fumo e ai prodotti da fumo”. Così
Francesco Perrone, presidente dell’Associazione Italiana di
Oncologia Medica (AIOM), commentando l’invito del surgeon
general Usa Vivek Murthy, il capo operativo della sanità
americana, ad una revisione delle linee guida sui limiti del
consumo di alcol e a riportare in etichetta il rischio di
sviluppare tumori. “Io non posso che sottoscrivere che se si
consumasse meno alcol, la salute sarebbe migliore mediamente,
segnalo però che aiuterebbe ancora di più azzerare il fumo –
prosegue-. Tra i maggiori fattori di rischio l’alcol non è il
primo della lista perché fumo e sovrappeso, sono più rilevanti.
    E’ il motivo per il quale noi per esempio ci stiamo battendo per
cercare di ridurre il consumo di fumo chiedendo di aumentare
drasticamente il prezzo dei prodotti”. Tuttavia, continua
Perrone, “l’alcol rimane senza dubbio un fattore di rischio. In
un paese civile che vuole fare educazione e che vuole tutelare
la salute dei cittadini è bene segnalarlo come sta accadendo
adesso negli Stati Uniti. Nel 2023 – continua- abbiamo fatto un
approfondimento e l’alcol è tra i primi fattori di rischio per i
tumori della mammella. In Italia, c’è una stima del numero di
decessi e del numero di casi attribuiti all’alcol: tra il 2015 e
il 2019 sono circa 11 mila i casi di tumore della mammella
legati al consumo di alcol e circa poco meno di 3 mila decessi
da tumore della mammella attribuibili al consumo di alcol. Si
dovrebbe puntare ad una una comunicazione corretta per la salute
dei cittadini informando sui fattori di rischio ed educando se
possibile a contenersi”, conclude.
   

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