Ortopedici, bambini e adolescenti troppe ore seduti durante il Covid

(ANSA) – ROMA, 30 SET – Il grande problema dei bambini di oggi è la sedentarietà, aumentata ulteriormente con la pandemia, che provoca un indebolimento e demineralizzazione delle ossa.
    Già prima del Covid, diversi studi avevano calcolato, che in Italia ma soprattutto negli Stati Uniti, un adolescente tra i 13 e i 14 anni trascorre ogni giorno 7-8 ore al computer, cui si aggiungono le ore serali. A lanciare l’allarme è Pasquale Guida, Presidente del 23esimo Congresso della Società italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica (Sitop), che si apre oggi a Napoli.
    Alla sedentarietà, prosegue Guida, “si aggiunge, per quanto riguarda il nostro Paese, la scarsa sensibilità allo sport e all’attività fisica, per cui anche nelle scuole c’è poca attenzione alle strutture sportive e all’ora di educazione fisica, che spesso viene saltata”. Tutto ciò con effetti negativi sulla salute delle ossa di bambini e adolescenti. “È stata rilevata una correlazione diretta tra movimento e mineralizzazione delle ossa – continua – per cui la sedentarietà provoca demineralizzazione e indebolimento della massa ossea, cioè diminuzione dei mattoncini che compongono le ossa”.
    Inoltre, le molte ore trascorse al pc vengono accompagnate da spuntini costanti portando il problema dell’obesità. Tutto ciò “ha provocato non tanto un incremento del numero delle fratture, ma un peggioramento della loro complessità, causato anche dalla riduzione dei riflessi di agilità e dall’aumento della superficie corporea. Nel caso dei giovani pazienti – prosegue Guida – il trauma diventa ancora più pericoloso perché parliamo di soggetti che hanno una lunga aspettativa di vita”.
    Per le fratture più complesse, il chirurgo ortopedico può decidere di ricorrere alla Tac 3D e stampante 3D. “La Tac 3D – conclude Guida – comporta però l’esposizione del bambino ad una consistente quantità di radiazioni (pari a 3/4 radiografie) e avendo costi elevati, viene utilizzata nel caso di articolazioni complesse, come la caviglia o il gomito. Il risultato consente poi la realizzazione della stampa 3D dell’osso o dell’articolazione sia nella sua condizione attuale, sia del suo stato a intervento finito”. (ANSA).
   

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